SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Indice dei Salvataggi & Disastri/Index of Rescues & Disasters
Il disastro della Haven: dalla parte delle Barcacce
L'Andrea Doria/The Andrea Doria
Il relitto della Mohawk Deer
Naufragio della Bonitas: cose d'altri tempi?/The wreck of Bonitas: a period issue?
The "London Valour" (con testimonianza di C. Gatti)
The "Haven"
La collisione tra Miraflores e Abadesa/The collision between Miraflores and Abadesa
Incendio e affondamento della nave passeggeri Bianca C.

L'azzurra linea del Mediterraneo,
questo incantatore ed ingannatore di uomini audaci,
manteneva il segreto del suo fascino
e si stringeva al calmo petto le vittime di tutte le guerre,
le calamità e le tempeste della sua storia,
sotto la meravigliosa purezza del cielo al tramonto.

da L'Avventuriero di Joseph Conrad

Breve Storia delle più gravi Tragedie Navali del Novecento

Ciò che desideriamo proporvi è un viaggio virtuale nel XX secolo, attraverso un documentario fatto di poche parole e tante immagini che spesso si commentano da sole. Se la storia dell'umanità è purtroppo cadenzata dalle guerre, la storia del “marinaio” è tuttora evocata soprattutto per le sue immancabili e ripetute tragedie navali.

Ogni tragedia, si sa, reca con sé morte e orrore, ma la storia non può fermarsi ed ecco l'uomo rialzarsi dalla batosta e ripartire con regole nuove. Ogni naufragio diventa così una nuova luce che si accende sul cammino tecnologico e sul progresso scientifico navale.

La Marina Mercantile ha dovuto registrare, fin dall'inizio del XX secolo, numerosi disastri con gravissime perdite di vite umane e di navi. Tra i più drammatici si ricorda quello dl 23 gennaio 1909, che ebbe luogo nelle stesse acque in cui colò a picco quarantasette anni dopo l' Andrea Doria . Anche allora si trattò di una collisione; affondò una nave inglese, la Republic , speronata dal piroscafo italiano Florida. Il disastro costò la vita di sei persone; per la prima volta la maggior parte dei naufraghi fu salvata grazie all'impiego della radio .

E' forse bene qui ricordare che Guglielmo Marconi, il genio di Pontecchio, il 12 dicembre 1901, mentre si trovava in una capanna-laboratorio a Terranova (Nuova Scozia), ricevette tre brevi suoni: la “S” in alfabeto Morse, trasmessa dalla lontana Cornovaglia. Da quel giorno ebbe inizio la telegrafia senza fili.

Il 1912 fu un anno disastroso. Il 5 marzo il piroscafo spagnolo Principe de Asturias finì su una scogliera presso Cabo S.Sebastian, 500 passeggeri annegarono. Un mese dopo, il 15 aprile, durante il viaggio inaugurale, il grande transatlantico Titanic, che negli anni del primo Novecento era considerata la più bella e più sicura nave del mondo, urtò contro un iceberg e colò a picco trascinando con sé 1.513 tra passeggeri e uomini dell'equipaggio.

Un'altra collisione avvenne nell'estuario del S.Lorenzo il 29 maggio 1914. Affondò il vapore Empress of Ireland e nella catastrofe morirono 1.024 persone. Il 7 maggio 1915 il sommergibile tedesco U-20 affondò il transatlantico inglese Lusitania. Fu questo forse, l'avvenimento che volse l'opinione pubblica mondiale contro la Germania. La grande nave apparteneva alla famosa Società inglese Cunard Line, veniva dall'America e trasportava 1916 passeggeri, di cui 146 americani. Ne morirono 1.152, solo 764 si salvarono, ma non certo ad opera del sommergibile di Schwieger, che senza intimare l'Alt , come vuole la legge di guerra, colò a picco la nave senza prima aver fatto sbarcare i passeggeri, che poi abbandonò alla loro sorte, quando il codice d'onore di ogni marinaio impone il soccorso dei naufraghi.

La Lusitania/The Lusitania

La tragedia del Lusitania suscitò dovunque orrore ed indignazione e contribuì alla decisione degli Stati Uniti di entrare in guerra a fianco degli Alleati. Il 24 luglio 1915, sui grandi laghi americani, altra grave perdita: l'affondamento della Estland e la morte di 811 passeggeri.

Tra le due guerre, il primo grande disastro navale avvenne il 25 ottobre 1927 al largo delle coste brasiliane. Andò a picco un transatlantico italiano, il Principessa Mafalda e con esso il mare ingoiò 314 persone. Il tragico fatto commosse il mondo anche per l'eroico sacrificio del comandante Simone Gulì. I suoi marinai, che si allontanavano piangendo sulle scialuppe, videro l'alta figura dell'Ufficiale, eretta sul ponte di comando, fino a quando il Mafalda s'inabissò con l'uomo che l'aveva guidata per tanti anni.

Un anno dopo, il 12 novembre 1928, il vapore inglese Vestris scomparve durante una burrasca al largo della Virginia con 110 persone. Altre 450 vittime si ebbero il 14 giugno 1931 davanti a Saint Nazaire, con l'affondamento di un traghetto costiero. Meno spaventoso, ma non per questo di minor gravità, un'altra catastrofe di quegli anni: l'incendio del Morro Castle al largo delle coste americane, l'8 settembre 1934, con 130 morti.

L'ultima grande sciagura del periodo prebellico fu l'incendio, davanti alla costa catalana, della motonave italiana Orazio. Il sinistro avvene il 22 gennaio 1940 e provocò 104 vittime. Dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini del 10.6.1940, nel Regno Unito furono internati 4.000 italiani, un migliaio dei quali perirono nell'affondamento della Arandora Star . Erano cittadini italiani, civili, fatti deportare come “stranieri nemici”.

Stessa sorte toccò a 3.000 prigionieri di guerra, nella maggior parte italiani, imbarcati sulla nave trasporto inglese Laconia (20.000 T.S.L.) colata a picco dal sommergibile tedesco U-156 il 13 settembre 1942. “Il Caso Laconia” fu portato davanti al Tribunale di Norimberga. Le navi mercantili italiane, requisite e militarizzate dal governo durante il conflitto e poi affondate, catturate, alienate e distrutte dal nemico furono 2.556 .

La Liguria pagò il suo tributo alla nazione con la perdita di oltre 500 navi mercantili. Nel conto non sono inclusi i pescherecci ed il naviglio minore. Lo storico navale Maurizio Brescia, nelle sue preziose ricerche, ci ricorda quanto segue:

- daCacciatorpediniere classe Navigatori” (Albertelli-Parma 1995): Il 18 settembre 1941, in posizione 33°02'N-14°42'E, il sommergibile Upholder silurava ed affondava i transatlantici Oceania e Neptunia. (Dei 5.818 uomini a bordo delle due navi, ne morirono 384 ). Il Da Recco , capo scorta, recuperò ben 2.083 naufraghi delle due navi e protesse poi il rientro a Napoli del Vulcania, unico superstite del convoglio”.

- da: “Cacciatorpediniere classe Freccia/Folgore/Maestrale e Oriani” (Albertelli-Parma, 1997): “…Quando la formazione si trovava ormai sulla rotta di sicurezza per l'entrata a Tripoli, alle 10.20 del 20 agosto 1941, il sommergibile inglese Inique silurò ed affondò l'Esperia ; le unità di scorta recuperarono complessivamente 1.139 naufraghi, e tra questi 417 furono salvati dallo Scirocco …”

- “..La 3° Divisione assicurava la protezione a distanza della formazione e, vista l'importanza della missione, a bordo del Conte Rosso si trovava il contrammiraglio Canzonieri nella veste di capoconvoglio. Le numerose unità di scorta, la cui consistenza era stata rinforzata, all'altezza di Messina, da tre ulteriori torpediniere, non poterono però impedire il siluramento del Conte Rosso avvenuto alle 20.41 dello stesso 24 maggio, da parte del sommergibile britannico Upholder…”

Una vasta eco ebbe la perdita del glorioso Conte Rosso, militarizzato ed adibito al trasporto truppe. L'affondamento avvenne mentre navigava in convoglio a poche miglia da Siracusa. Morirono 1.300 dei 2.729 militari che si trovavano a bordo, diretti in Libia. Durante l'ultima guerra, la Marina Mercantile subì gravi perdite, indipendentemente dalle operazioni militari, come l'esplosione nel porto di Bari, il 9 aprile 1945, di un cargo americano: 360 vittime, e l'affondamento al largo di Danzica del vapore tedesco Wilhelm Gustloff , il 18 febbraio 1945; catastrofe in cui trovarono la morte circa 6 mila fuggiaschi che cercavano di sottrarsi all'avanzata russa e che può pertanto essere considerata la più spaventosa di tutta la storia della Marina.

Nel dopoguerra si ebbero gravi sciagure specialmente nei mari orientali. Il 3 dicembre 1948 saltò in aria il piroscafo cinese Kiangya e morirono 1.000 persone. Un mese dopo un'altra nave cinese, il vapore Taiping, speronò una carboniera; entrambe colarono a picco trascinando nel mare 600 vittime.

Negli altri mari si registrarono le perdite del Noronic , incendiatosi al largo di Toronto e vi furono 130 morti, e del cargo Pennsylvania abbandonato il 9 gennaio 1952, 45 furono i dispersi. Gli ultimi nomi della tragica lista sono: il vapore coreano Chang Tyong Ho, affondato il 9 gennaio 1953 con 249 persone; il ferry-boat inglese Princess Victoria inabissatosi il 31 gennaio dello stesso anno con 133 passeggeri; il cargo Hobson speronato dalla portaerei Wasp il 26 aprile 1953 ( 176 dispersi); il passeggero francese Monique scomparso il 1° agosto dello stesso anno nel Pacifico con 120 passeggeri ed infine il traghetto giapponese Shinan Maru , affondato l'11 maggio 1955 con 138 passeggeri.

Il 25.7.1956 l'Italia e la Liguria in particolare caddero nella disperazione per l'affondamento della Andrea Doria , speronata nella nebbia dalla nave passeggeri svedese Stockholm . L'orgoglio della nostra flotta trascinò con sé verso i fondali di Nantucket 54 vittime di quel tragico disastro.

L'Andrea Doria/The Andrea Doria

Poi ci fu la straordinaria espansione della traghettistica, dovuta in parte all'assorbimento dei traffici delle navi di linea ormai scomparse, e in parte alle tariffe favorevoli rispetto all'aviazione a corto raggio, ma soprattutto per l'aumento costante del turismo di massa. Purtroppo, a questo trend commerciale favorevole se ne contrappose uno molto negativo sul piano della sicurezza navale.

L'8 dicembre 1966 il traghetto Heraklion si scontrò con un rimorchiatore nel mar Egeo. I morti furono 264 . Il 28 agosto 1971 il traghetto Heleanna s'incendiò poco prima dell'arrivo a Brindisi, morirono 25 passeggeri. Lo scafo del traghetto, letteralmente devastato e deformato dal fuoco, fu preso a rimorchio dal M.re Torregrande che lo consegnò ai Cantieri della Spezia per essere demolito.

Il 6 marzo 1987 il traghetto Herald of free Enterprise affondò nella Manica al largo del porto belga di Zeebrugge. Le vittime furono 193 . Il 21 dicembre 1987 al largo dell'isola di Marindique, Filippine, nello scontro tra il traghetto Dona Paz ed una petroliera, morirono almeno 4. 000 persone, molte divorate dagli squali. Si trattò del più recente e grave incidente nel mondo. Il 7 aprile 1990 sul traghetto Scandinavian Star scoppiarono tre incendi e morirono 186 persone.

Il 29 aprile 1990 il traghetto Espresso Trapani affondò al largo del porto di Trapani, morirono 13 persone. Il 10 aprile 1991, nella rada del porto di Livorno, il traghetto Moby Prince entrò in collisione con la super petroliera Agip Abruzzo che era alla fonda. I morti furono 141 . Il 14 gennaio 1993, nel mar Baltico, al largo dell'isola di Ruegen, a causa del mare tempestoso, si rovesciò il traghetto polacco Jan Heweluisz. I morti furono 54.

La Moby Prince/The Moby Prince

Il 28 settembre 1994 il traghetto Estonia affondò nel mar Baltico, nei pressi dell'isola di Utoe. Morirono 852 persone. Dalla superfice degli oceani spariscono mediamente 100 navi ogni anno. Soltanto una piccola parte di loro ci viene raccontata dai media e si tratta solitamente di navi famose, sia per la loro grandezza o semplicemente per i danni ecologici procurati all'ambiente. Per qualche tempo le paure deflagrano scoppiettanti sulle cronache, poi il silenzio!

L'Estonia/The Estonia

Lo stesso triste spettacolo ci accompagna ogni sera dell'anno in TV, con la conta dei morti sulle strade. Il loro numero, almeno nel nostro Paese, ha eguagliato le vittime italiane della seconda guerra mondiale. Ma c'è una specie di rassegnazione diffusa di fronte al fato che si presenta come una forza soprannaturale che non lascia scampo.

Noi pensiamo più semplicemente che la deregulation sia il vero nemico da combattere in mare, nei porti e sulle strade. Così come pensiamo che le parti politiche che si fronteggiano in Parlamento, dovrebbero, almeno nel nome dei morti dell'intero settore dei trasporti, trovarsi d'accordo sull'esercizio di una politica austera, che fosse in grado di colpire i moderni “corsari” senza paura di perdere, ognuno, i propri consensi elettorali.


The blue seas of the Mediterranean,
this enchanter and deceiver of brave men,
retains its secret of its fascination,
embracing to its calm breast the victims of all wars,
the calamities and the storms which are part of its history,
at the glorious purity of sunset.

From: The Rover of Joseph Conrad

That which desire to propose is a virtual journey during the twentieth century through a documentary in a few words, accompanied by many photographs which are often self explanatory. If the human history is weakened by wars, the sailors story is still evocated above all from their inevitabile and repeated naval tragedies. Each tragedy, as we know, involves horror and death, but history cannot stay still, and here it's when man rises again from the ashes of severe blows and starts again with new laws. Each shipwreck therefore, becomes a new light which kindles on the technological way, and of progressive marine science.

The mercantile Navy has had to register, from beginning of th 20th century, numerous disasters which have incurred very grave loss of life and vessels. Amongst the most dramatic we remember happened on 23 january 1909, which happened in the same water as did the Andrea Doria when sank some 47 years later. Also then it was caused by a collision, the English ship m/n Republic rammed by the Italian liner m/v Florida . The disaster cost the lives of 6 persons: for the first time, the main part of the crew was saved thanks to the use of radio.

Maybe here we could recall that Guglielmo Marconi , the genius of Pontecchio, on December 12 1901 , whilst experimenting in his laboratory from far away Cornwall , the “S” in Morse alphabet, received 3 brief bips. It was from this day that the “telegraph without wires” came into existence.

The year 1912 was a disastrous year. On 5th March the Spanish liner Principe de Asturias came aground near Cabo S. Sebastian when 500 passengers drowned. One month later, 15th April, during it's inaugural voyage, the huge transatlantic liner Titanic which was considered the greatest ship of the world in the early 1900's, hit an iceberg and overturned taking down with her 1512 passengers and crew.

Another collision happened in the estuary of St.Laurence on the 29th May 1914. The steamship Empress of Ireland sunk with 1024 victims dying in that catastrophe. On 7th May 1915 the German U-20 submarine sunk the English transatlantic liner Lusitania. Maybe it was this event that influenced the public opinion against Germany . The big ship belonged to the famous Company “Cunard Line”, which sailed from America and was carrying 1916 passengers, 146 of wich were American. 1152 people died and only 764 were saved, which was not helped by the submarine of Schweiger, who without stopping at the halt signal, (SOS) as it should have done, according to the law of war, sunk the ship before disembarking the passengers, thereafter abandoning them to their destiny, when the honour code of all sailors should be to save the shipwreckerd. The Lusitania tragedy provoked horror and indignation everywhere and contributed to the decision of the American people to enter the First World War alongside their Allies.

On 24th July 1915 another grave loss took place on the American lakes when the Estland sunk incurring the loss of 811 passengers.

Between the two World Wars, the first naval disaster happened on the 25th October 1927 near the Brazilian coast. An Italian transatlantic liner Principessa Mafalda sunk and the sea swallowed up 314 persons. This tragic event moved the world, also because of the heroic sacrifice made by Com.te Simone Gulì. His crew, as they sailed away from the vessel on the lifeboats, cried at the sight of the figure of their Commander standing erect on the command deck, whilst the Mafalda gradually went down with the man who had commanded her for many years.

A year later, on 12th Novembre 1928 the English vessel Vestris disappeared during a storm near Virginia with 110 persons. The loss of another 450 victims incurred on the sinking of a coastal passenger vessel on 14th June 1931 in front of Saint Nazaire. Less grave, was another catastrophy during that period: the fire aboard the Morro Castle alongside the American coast on 1st September 1934 incurring 130 deaths. The last notable accident during the prewar period, was the fire on board the Italian vessel Orazio which happened on 22nd January 1940 incurring the deaths of 104 victims. After Mussolini declared War on 10th June 1940 , 4000 Italians were interned in Great Britain , 1000 of which drowned when the Arandora Star sunk. On board were Italian citizens being deported as “foreign enemies”. The same destiny awaited 3000 war prisoners, the major part being Italians, aboard the English transport vessel Laconia (20.000 G.T.) which was attacked by a U-156 German submarine on 13 September 1942 .

The “Laconia Case” was brought before the Norimbourg Tribunal. The Italian merchant ships, which were acquired and transformed for militare use by the government during the war and thereafter sunk, alienated and destroyed by the enemy amounted to 2556 vessels. The Liguria paid their own contribution to the nation by losing more than 500 merchantile vessels. In this figure, the fishing boats and smaller naval vessels are not included. The naval historic Maurizio Brescia, in his very precious and detailed research, recalls this in his book “Destroyer Navigators” (Albertelli-Parma 1995)”On 18 September 1941, in lat.33°02'N – 14°42'E the submarine Upholder torpedoed and sunk the transatlantic liners Oceania and Neptune . From the total of 5818 men aboard the two vessels, 384 seamen died. The head escorting vessel Da Recco saved 3083 shipwreckers from the two vessels and protected the return to Naples of Vulcania which was the only survivor of the fleet. When the formation was already on the security route for entering Tripoli, at 10,20 hours on 20 August 1941, the English submarine Unique torpedoed and sunk the Esperia;

the escorting units recovered a total of 1139 shipwrecked seamen and amongst those 417 men were picked up by the Scirocco .” The Third division guaranted the distant protection of the formation and, realizing the importance of the mission, Rear Admiral Canzonieri was aboard the vessel Conte Rosso in the capacity of Head of Fleet. The presence of the numerous escort units, strengthened with the presence of an additional 3 torpedo boats, however, were not able to impede the Conte Rosso from being hit at 20.41 hours on the same day, 24th May, by the English submarine Upholder . A vast repercussion felt due to the loss of the glorious Conte Rosso as it was adapted and equipped for troup transport. The sinking of the vessel happened whilst sailing in convoy a few miles from Siracusa. The final destination was Libya, and involved the loss of 1300 soldiers out of a total of 2729 men.

During the Second World War, the mercantile marine endured serious losses, independently of militare operations, like the explosion of an American cargo vessel in the port of Bari on the 9 April 1945 incurring the loss of 360 lives: the sinking of the German stamship Wilhelm Gustloff on 18 February 1945 outside Danzig; not forgetting the catastrophe in which about 6000 fugitives lost their lives whilst fleeting the Russian advance and is to be considered the most frightening event of all marine history.

After the war, other grave accidents occurred, particularly in the Eastern seas. On 3rd December 1948 the Chinese steam vessel Kiangya exploded causing the loss of 1000 persons. A month later another Chinese steam vessel Taiping rammed a carbon vessel, causing the sinking of both vessels taking down with them 600 victims. In other seas it was registered the loss of the Noronic which caught fire outside Toronto with the loss of 130 lives, and of the cargo vessel Pennsylvania which was abandoned on 9 January 1952 involving 45 men missing. The last names of the tragic list are: the Korean vapour vessel Chang Tyong Ho which sank on 9 January 1953 with the loss of 249 ; the English ferry boat Princess Victoria sank on the 29 January of the same year, 1953, causing the loss of 133 passengers; the cargo vessel Hobson rammed by the aircraft carrier Wasp on 26 April 1953 with 176 missing; the French passenger ship Monique disappeared in the Pacific Ocean on 1st August 1953 with 120 passengers and lastly the Japanese ferry boat Shinan Maru which sunk on 11th May 1995 with the loss of 138 passengers.On 25th July 1957, Italy and in particular the Liguria, desperately felt the loss when the liner Andrea Doria was rammed in the fog by the Swedish passenger ship Stockholm . She was the pride of our fleet taking with her to the dephts of Nantucket , 54 victims in that tragic accident. Afterwards thre was the extraordinary expansion of the ferry boats due, in part, to the tailing off of liner vessels, which pratically disappeared, and in part due to the more favourable fares of shorts distant airlines, above all the constant increase of mass tourism. Unfortunately due to this favourable commercial trend, it had a negative influente on naval security.

On the 8th December 1966 , the ferry-vessel Heraklion collided with a tug boat in the Aegean Sea , causing the deaths of 264 passengers. On 28th August 1971, the ferry-boat Heleanna caught fire just before it arrived at Brindisi when 25 passengers died. The hull of the vessel, literally devasted and distorted by the fire, was towed by the tug boat Torregrande to the Cantieri of La Spezia for demolition.

On 6th March 1987, the ferry-boat Herald of free Enterprise sank in the English Channel outside Zeebrugge, the Belgian port. 193 passengers died. On 21 December 1987, near the island of Marinduque, Philipines, the ferry-boat Dona Paz and a petrltanker collided, with loss of the least 4000 persons, many of whom were devoured by the sharks. This was one of the most serious accidents recently registered worldwide.

On 7th April 1990, on the Danish ferry-boat Scandinavian Star , three fires broke out causing the deaths of 186 persons.

On 29th April 1990 the ferry-boat Espresso Trapani sunk outside the port of Trapani in which 13 persons died.

On 10th April 1991, in the roads at Leghorn port, the ferry boat Moby Prince collided with the super petrol tanker Agip Abruzzo which the was at anchorage, causing 141 deaths.

On 14th January 1993, in the Baltic sea outside the Island of Rugen, a tempestous sea overturned the Polish ferry-boat Jan Heweluisz – 54 lives were lost.

On 28th September 1994 , the ferry-boat Estonia sunk in the Baltic sea near the Utoe island. 852 persons died.
From the surface to the depths of the oceans, a medium of about 100 vessels a year disappeared. Only a small part of them are reported by the newspapers and they generally only mention the famous ships, either for their size or simply for the echological damage caused by them. For a time the fear and coments make the headlines, and then silence!

The reporting of the same sad scene accompanies us every evening of the year by the media, informino us the deaths on the roads. Their numbers, at least in this country, equals that with the reporting of the Italian victims of the Second World War. There seems to be a certain sense of resignation everyhere facing the facts, which presents a supernatural force, without escape.

We think more simply that the deregulation is the real enemy to face in the sea, in the ports and on the roads. It's this that we feel that the political parties that we face, should, at least in the names of people who have died in the entire transport sector, to find grounds for an agreement on the exercise of an austere politics, which would be able to impress the modernpirates, without the fear of each one, losing their electoral consent.

 

Carlo Gatti