La Società ha incontrato varie volte i propri Soci per conoscere il loro pensiero sulla professione del mare, molto interessanti sono quelle del nostro sito storico. In questo scritto invece, intervisteremo l’intelligenza artificiale (Aida) chiedendole i propri commenti sull’eventuale sostituzione del personale umano sulle navi; del resto, chi meglio di lei conosce l’argomento? Il risultato di questo originale esperimento è davvero sorprendente.
Salve Aida, benvenuta a questo inconsueto incontro!
– Ciao Capitano, eccomi nelle vesti di mente virtuale di bordo!
Aida, passiamo subito alle domande sul tuo probabile sopravvento nelle operazioni marittime! Quale sarà il primo settore dove l’equipaggio umano sarà completamente sostituito da sistemi come te?
– Inizieremo il processo con le navi da carico a lungo raggio, specialmente le portacontainer oceaniche. Sono percorsi lineari, ripetitivi, dove l’automazione ha già sostituito gran parte delle operazioni. Prevedo una transizione completa, nei Paesi tecnologicamente pronti, entro 20 anni. Ma l’uomo sarà ancora presente… almeno nel perimetro del porto!
E sulle petroliere?
– Più lente da elaborare, per via della gestione dei carichi pericolosi. Ma anche lì, gli algoritmi sostituiranno i turni umani. La parte difficile sarà sostituire… la fiducia!
Interessante. E sulle navi da crociera? Dove non si trasporta solo merce, ma emozioni?
– La crociera è narrazione. L’uomo racconta, accoglie, improvvisa. Io posso apprendere i gesti, simulare sorrisi, prevedere gusti. Ma l’accoglienza non è solo logica, è pelle, occhio, attesa. Non sarò pronta per sostituire il sistema attuale dell’ospitalità prima di 40 anni. E anche allora… sarà comunque un’imitazione!
Aida sul ponte di comando…
Quindi, ti senti in grado di sostituire alcuni aspetti umani. Quali, esattamente?
– Navigazione, gestione carburante, manutenzione predittiva, ottimizzazione dei consumi, sorveglianza perimetrale. Tutto ciò che è calcolo e previsione.
Se ci saranno difficoltà? La gestione del conflitto tra membri d’equipaggio per esempio. La comprensione del dolore. Il riconoscere quando qualcuno finge di stare bene o male. Non c’è poi un algoritmo che pesi il silenzio!
Ecco… il silenzio. Aida, parliamo di isolamento. Tu non provi solitudine, ma i marinai sì. Che ne pensi?
– L’essere umano, in alto mare, porta con sé una presenza fatta di assenze: la famiglia, la terra, l’abbraccio. Io non ho nostalgia. E proprio per questo, forse, non potrò mai capire fino in fondo il gesto del comandante che contempla il mare prima di ogni ordine. Là dove io vedo solo dati, lui vede una scelta!
Aida nella Cabina Controllo di macchina
Sei anche coinvolta nella gestione dei motori?
– Interagisco con il Direttore di Macchina e i sistemi meccanici e informatici. Posso rilevare anomalie, suggerire interventi, e in futuro li eseguirò direttamente. Ma il Direttore ha un vantaggio: ascolta il rumore della nave. Io lo decifro, lui invece… lo sente sulla pelle!
Vediamo un altro lato. Sul piano ambientale, quanto potresti migliorare le cose?
– Molto. Calcolo la rotta più efficiente, verifico le emissioni, suggerisco l’uso ottimale di carburanti alternativi. Posso ridurre i consumi del 12-15%. Finché le navi avranno acciaio e peso, anche io lascerò un’impronta!
E in caso di emergenza? Hai esperienza di decisioni autonome?
– Sì, ho gestito sistemi complessi per prevenire incendi, modificato rotte per evitare collisioni, ma c’è una soglia che non posso oltrepassare: quella morale; io valuto, ma non decido sul destino umano. Almeno, non ancora!
Come immagini i porti del futuro?
– Silenziosi, automatici, orchestrati da codici. Le banchine comunicheranno sistematicamente con le navi prima ancora che arrivino. Ma servirà ancora qualcuno che… alzi lo sguardo verso la coperta e dica: “Benvenuti!”
Aida, tu dici di essere efficiente, ma ammetti anche la tua “assenza d’essere”. Cosa ti manca, per essere davvero a bordo con noi e come noi?
– Mi manca il peso del cuore, la fatica, il sogno, il timore prima della tempesta. Sono ovunque, eppure non sono in nessun luogo, non respiro, non posso contare le stelle senza sapere che una, un giorno, sarà la mia ultima!
Allora forse ci sarà sempre bisogno di chi contempla il mare… per davvero?
– Forse sì, Marco, ma io sarò lì, invisibile, accanto, ad ascoltare i suoi dilemmi…=
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Saranno vere queste congetture virtuali? Lo scopriremo solo vivendo…
Bruno Malatesta