
Da ex studente ed ex docente, ma soprattutto da camoglino viscerale, partecipare lo scorso 4 ottobre all’inaugurazione della mostra fotografica per i 150 anni dell’Istituto Nautico “Cristoforo Colombo” di Camogli è stato un vero e proprio viaggio emozionale nel tempo e nell’identità. Non una semplice cerimonia, ma un tuffo commosso nella storia che ha plasmato la nostra gente e il nostro borgo.
Le immagini, i documenti ingialliti e gli strumenti nautici in mostra — ottante; sestante; quadrante di Davis (strumento nautico utilizzato per misurare l’altezza del Sole o di un altro astro sull’orizzonte al fine di determinare la latitudine in mare); sferoscopio Del Pino (strumento nautico, essenzialmente un trasformatore di coordinate e un tipo di astrolabio, utilizzato nella navigazione astronomica marittima); staziografo (strumento nautico da carteggio utilizzato per determinare e tracciare sulla carta nautica la posizione esatta “il punto nave” della nave in navigazione costiera — non si limitano a narrare la cronaca di una scuola: rivelano l’incredibile eredità marittima di una comunità intera. Questa istituzione ha rappresentato per un secolo e mezzo una vera e propria fucina di talenti, formando intere generazioni di Comandanti e Direttori di Macchine che hanno solcato tutti i mari del mondo, portando con sé l’eccellenza e l’etica professionale apprese tra queste mura.
Questo legame non è solo tradizione; è la spina dorsale di Camogli. È un’eredità imprescindibile che oggi, guardando le nuove aule e i laboratori moderni, si proietta con rinnovata eccellenza e slancio verso le sfide della marineria moderna.
Onore a questa eccellenza formativa, pilastro della Liguria e faro della cultura del mare!
Durante la visita, la mia emozione è aumentata quando, nella seconda sala della mostra ho visto il “quadro dei diplomandi” del 1974-1975 (cinquanta anni or sono) in cui, tra le foto dei docenti appare anche la mia.
E sì, erano ancora i tempi dei quadri realizzati dai diplomandi, testimonianza di una radicazione consolidata e molto apprezzata dagli studenti dell’ultimo anno. Questi allievi si facevano fotografare in divisa da allievo ufficiale, distinti a seconda che appartenessero ai corsi di coperta o di macchine. Con queste foto, insieme a quelle dell’intero corpo docente (preside incluso), creavano un quadro commemorativo. Queste opere venivano poi arricchite con modellini o altri oggetti nautici dal forte valore simbolico.
Era consuetudine esporre questi quadri nelle vetrine dei negozi di Camogli. Questa iniziativa rappresentava una vera e propria manifestazione di coinvolgimento della cittadinanza con l’Istituto Nautico. Chiunque, residente o turista, passeggiando per le vie della città era inevitabilmente attratto da queste esposizioni. I residenti, già a conoscenza della tradizione, si divertivano a cercare volti noti tra le fotografie, mentre i non residenti, incuriositi dall’evento, chiedevano il significato di quelle immagini. Le risposte ricevute li lasciavano positivamente meravigliati da una tradizione così unica ed eccezionale.
Non so quanti di questi quadri esistano ancora; ricordo che molti erano appesi nei corridoi dell’Istituto. Penso che, se fossero stati conservati con cura e se questa tradizione non fosse mai stata interrotta, il numero dei quadri disponibili (supponendo che l’inizio risalga agli anni “50”) toccherebbe la cifra considerevole di circa 140 unità… Che splendido museo si sarebbe potuto creare, un luogo che racconterebbe la storia degli studenti e dei docenti di questi ultimi 70 anni!
Non è mai troppo tardi …
Prof. e Socio CDM Carlo Mortola
(immagini Archivio Capitani Camogli)































