Questo articolo è stato ispirato da un recente post su FB, dove si affermava che la percezione della vicinanza di certe località geografiche muta se si ruota la carta che le rappresenta.
La geografia vive — proprio come noi — di convenzioni. Molto di ciò che crediamo naturale e ovvio potrebbe essere in realtà soltanto abitudine. Come uno sguardo fissato sempre nella stessa direzione, che non osa più cercarne un’altra.
Prendiamo il mondo, per esempio. Lo immaginiamo sempre con il Nord in alto, come se il pianeta avesse davvero un sopra e un sotto. Ma basta ruotare la carta, e tutto muta. L’Australia finisce a sinistra, l’Africa scivola verso il polo, e l’America diventa un lembo lontano, spostato a Oriente. Niente è cambiato nella realtà, ma tutto cambia in noi. Ciò che sembrava prossimo si allontana, e quello che pareva distante si avvicina. Ma è davvero solo questione di prospettiva geografica?
I marinai imparano presto una cosa importante: in mare niente resta sempre uguale. Chi vive sulla terra ferma guarda le mappe pensando al Nord, come se tutto fosse fermo e con un’unica direzione di riferimento. In mare, molte volte l’orientamento cambia con la prua, cioè con la direzione in cui va la nave. È un modo diverso di vedere le cose, molto pratico, fatto di onde, correnti e geometrie continue. Il marinaio non guarda perciò il mondo “come dovrebbe essere”, ma come gli serve, per capire dove andare.
Poi, quando arriva la nebbia e non si vede più nulla, il radar diventa un occhio che scruta nel buio. Tanti marinai lo impostano in modo che la prua della nave sia sempre “davanti”, in alto sullo schermo. Così vedono quel monitor come vedono il mare dai finestroni della plancia: tutto il resto — le altre navi, la costa, gli ostacoli — si muove intorno a loro, in base alla combinazione dei movimenti. È una visione naturale, facile da comprendere.
La rappresentazione radar “relativa”: la linea di prora è in alto. L’isola sulla dritta si sfila sullo schermo pari alla velocità della nave. Il bersaglio pericoloso rosso si avvicina alla nave con direzione costante
Altri invece preferiscono usare il radar come se fosse una carta geografica: in alto non c’è la prua, ma il Nord. In questo modo la nave e gli altri oggetti si muovono (o non si muovono) come se fossero visti da un occhio che guarda tutto dall’alto di una zona geografica. È una visione più “reale”, che forse richiede più attenzione per interpretarla.
La rappresentazione radar “assoluta”: la linea di prora è come in bussola, verso la rotta 270°/Ovest. L’isola è ferma, nella direzione Nord, come in una carta geografica. Il bersaglio pericoloso rosso si avvicina alla nave con rotta di collisione futura
Di questo discorso, rimane una piccola riflessione: la realtà non è mai unica, ma cambia a seconda di come la si attraversa. Forse anche nella vita dovremmo fare lo stesso: imparare a ruotare un po’ la “nostra carta”, come i marinai nella nebbia. Per scoprire che il mondo in sè potrebbe cambiare davvero se anche noi lo osservassimo con una prospettiva diversa.=
Bruno Malatesta































