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Il miraggio dell’oro

Incontro col Comandante Domenico Genovesi


Con l’incontro col Comandante Genovesi – attualmente imbarcato su traghetti –  riprendiamo il ciclo delle “interviste” (sotto forma di domande) ai nostri Soci. Ciò perchè crediamo sia doveroso informare chi ci segue delle opinioni o – se vogliamo – delle impressioni sulla professione marittima che ha chi lo shipping lo vive in prima linea.

1) Caro Comandante Genovesi, partiamo dal Nautico…
Già, mi guardo indietro e penso. sono passati 44 anni da quel giorno in cui varcai per l’ultima volta il cancello del Nautico “C.Coiombo” in Camogli, ero felice, finalmente il tanto sognato MARE era lì che mi aspettava. Li ricordo ancora tutti i miei professori di quel tempo: Dapelo, Gazzale, Panariello, Scannapieco, Repetto,il grande”TiGRE” figura storica del famoso lstituto ed il “buon ” Vittorio” il nostro bidello , mi ricordo anche, collegato a Loro, gli schiaffi di mia Madre quando non studiavo…
Li ricordo con grande affetto riconoscendo più tardi, la loro grande passione per l’insegnamento o meglio il loro grande sforzo per farci capire attraverso il loro temperamento, la vita che avremmo svolto in Mare.
A pensarci adesso visto la tecnologia raggiunta sulle navi tutto questo mi sembra preistoria. Quando racconto il nostro metodo di insegnamento, le nostre materie di studio ai giovani Ufficiali , mi ascoltano con interesse e stupore, ed a sentir di Loro, mi sconvolge che poco è cambiato o meglio che la scuola per un futuro Capitano di Mare non si è ancora adeguata totalmente ai tempi di oggi, l’affronto più grande ‘e stata la cancellazione del titolo “Allievo Capitano di L.C.” , cioè estirpare o meglio distruggere la storia di un Titolo che ha sempre Onorato la nostra grande Categoria ricca di prestigio e riconosciuta in tutto il mondo dello shipping.
Per non parlare delle materie di allora e quelle che dovrebbero essere integrate al tempo di oggi , per citarne alcune : elettronica per tutte le sezioni, approfondimento giuridico, psicologia, nozioni manageriali, studio reale di apparati essenziali quali Ecdis ed altri, inglese tecnico e commerciale automazione navale e materie specifiche riguardanti ii livello di tecnologia altamente sofisticato che e presente a bordo delle nostre navi…
Purtroppo a tutt’oggi riguardo la tecnologia/automazione (non mi vergogno a dirlo), tutto quello che sappiamo in caso di avaria di un apparato (consigliato anche dalla consulenza tecnica remota dei vari apparati in questione) è il famoso “stuta ed appiccia” che tradotto in lingua italiana vuol dire “spegni e riaccendi” l’apparato in questione, pregando che tutto vada a buon fine, notando che a differenza di tempi passati il “metodo” non sta dando piu’ l’effetto sperato …

2) … e dalla prima nave sulla quale sei imbarcato…
E chi se lo scorda più il giorno che mi permisero da Allievo di fare il mio primo punto nave con il sestante, io piccolo uomo con quello strano strumento in mano avevo il potere di fare scendere il sole e le stelle sulla linea dell’orizzonte, il sestante dal greco “afferrare l’astro”, da quel cielo blu con tutte quelle stelle sopra la mia testa che mi indicavano la strada e mi proteggevano sul mio percorso, poi l’avvento del radiogoniometro, Loran A e C, i primi satellitari e quindi il GPS, la fine di una parte del fascino del nostro lavoro, che stava diventando più freddo ed apatico e sempre più frenetico.
Ricordo a proposito un aneddoto che mi raccontò mio Padre Direttore di Macchina: navigando con il grande Tolla Com.te Schiaffino di Camogli: ortodromia a nord in Oceano, cattivo tempo da giorni, punto nave stimato, alla richiesta della Compagnia via Marconista di comunicare subito la posizione nave e previsto ETA, il grande Tolla gli rispose: “Le dica che non lo sappiamo neanche noi”. Oggi tutto questo non é possibile. Anche mia moglie dalla cucina di casa può vedere in qualsiasi momento dove mi trovo o, meglio, sino al momento che a qualcuno non venga la voglia di oscurare i satelliti.
Penso che il Nautico dovrebbe essere integrato di più anni di studio, cinque anni non sono più sufficienti per avere una base per affrontare attualmente la carriera del “Comandante di Navi”, secondo il mio parere dovrebbe essere equiparato ad una laurea vera e propria con tanto di Master, necessario per costruire le fondamenta solide del futuro Comandante.
Mi si accapona la pelle pensando alle 500 ore di allineamento sufficienti per affrontare la vita da Leader di Mare.
Le accademie del Mare nate ultimamente sono nate proprio per sopperire alle gravi mancanze del Nautico, e secondo il mio modesto parere, dovrebbero essere integrate ad esso, aggiungo che la lingua di studio parlata dovrebbe essere assolutamente l’inglese già dal primo anno. Per non parlare poi dei vari onerosi corsi di “aggiornamento” riservati ogni 5 anni ad ogni marittimo (la gallina dalle uova d’oro”), utili ma speculativi, che allontana sempre di più il giovane alla carriera del mare, ma non voglio essere polemico ne attirarmi antipatie in questo strano mondo dello shipping.
La prima nave (S/S OCEANIC” nave passeggeri), il primo imbarco e chi se lo scorda, bellissima bianca, slanciata, sinuosa, mi sembrava una donna bellissima, con quella sua linea signorile che a guardarla mi metteva soggezione imprimendomi un senso di rispetto, me ne innamorai subito. ll mio primo Comandante mi ricordo ancora il suo cognome, Ruffini, originario di Genova, un vero signore, sempre impeccabile, riservato, educatissimo, bastava un solo sguardo per farti capire ogni cosa, devo confessare che é stato il mio “mentore” per tutta la vita!! Anni meravigliosi con ricordi indelebili dove trascorsi per circa 10 anni, navigando per il Nord America, Caraibi, Sud America. Poi il matrimonio, la nascita dei figli, la voglia ed il bisogno di vivere al meglio la mia famiglia, quindi il cambio di tipologia di navi, quindi dai cruise ai traghetti. Ben presto capii che il mestiere del Mare non era quello che avevo vissuto, ma tutt’altra realtà, era una vita molto più dura, faticosa e con sacrifici enormi. Erano traghetti vecchi, malandati, con orari impossibili ma costruttivi dal punto di vista professionale, navi vecchie ma semplici, intuitive, forse intelligenti create da Uomini di Mare che ti aiutavano nella gestione nave, formandoti al meglio, temprandoti, costruendoti una solida professionalità.

3) Su quale unità hai assunto il primo comando?
Ricordo il mio primo Comando: un vecchio piccolo traghetto di 150 metri, per me era bellissimo, finalmente potevo dire “la mia nave” ed “il mio equipaggio”, il mio SOGNO si era finalmente avverato. Capii che le parole di mio Padre, erano sacrosante: “ricordati che e più facile eseguire che comandare” e che il tuo equipaggio “è la tua famiglia”. L’equipaggio ha bisogno del Comandante ed il Comandante ha bisogno del Suo equipaggio. Il nostro lavoro a bordo è di collaborazione, di affiatamento e soprattutto di FIDUCIA reciproca, il tutto amalgamato da lui, il Comandante, il leader, colui che grazie alle sue capacità manageriali riesce ad impastare questi importanti elementi, per ritrovarsi nel momento del bisogno non da solo, ma circondato dai suoi Uomini. Nel nostro lavoro non ci si può improvvisare, tutti a bordo devono essere professionisti, adeguatamente formati sia verso la propria mansione ma soprattutto verso la Sicurezza Nave. A tale proposito penso che non sia sufficiente avere un libretto di navigazione per qualsivoglia categoria e partecipare ad alcuni corsi di pochi giorni per costruire il professionista del Mare. Purtroppo, nel nostro mondo o, meglio, nel mondo dello shipping qualcuno forse per convenienza, non ha ancora capito la differenza tra formazione e familiarizzazione.

4) Qual’è la nave sulla quale si è trovato operativamente più a tuo agio?
Questo lavoro mi ha dato TANTO, mi ha dato l’opportunità di allargare i miei confini o, meglio, diventare cacciatore di nuovi orizzonti, scoprire una parte di mondo, conoscere persone e abitudini di diverse nazionalità, apprezzare il poco e vivere il tanto, mi ha dato la forza di vivere da solo e di avere una corazza intorno a me che solo il Mare ti può dare.

5) Oggigiorno esiste un tipo d’equipaggio ottimale?
La diversa nazionalità sulle navi non dovrebbe essere un problema, non dimentichiamoci che il marittimo è per eccellenza un cittadino del mondo o meglio un cittadino senza fissa dimora in giro per il mondo, e qui ho detto tanto. Poi, a mio parere importante è la conoscenza dell’ inglese che purtroppo è ancora non troppo parlata o meglio conosciuta tra le diverse nazionalità, indice di criticità per quanto riguarda la Sicurezza Nave.

6) Oggi lavori sui traghetti: esistono dei fattori commerciali che possono essere controllati dal Comandante o che interessano la sua sfera di responsabilità?
ll fattore commerciale e finanziario purtroppo prevarica od almeno vorrebbe prevaricare sulla figura del Comandante, complice la tecnologia di oggi, questi elementi hanno fatto perdere di importanza il ruolo del Comandante, riconosciuto però da tutti quali: Armatori, Assicurazioni, Autorità, come il responsabile giuridico assoluto di tutta la nave e quindi ci sarebbe da riflettere, visto che il tutto è sotto la sfera della sua responsabilità (Vedi C.d.N.).
Sulla costruzione delle navi, avrei da ridire e anche tanto su questo argomento, ma l’esperienza di un Uomo di Mare in questo settore non conta. Ci vorrebbe un rinnovo di tutta la flotta traghetti a livello nazionale, con la partecipazione attiva finanziaria dello Stato, per garantire una continuità territoriale con le isole e togliere molteplici rotabili dalle nostre strade, strade oramai obsolete e non adeguate alle esigenze di trasporto di oggi, ma soprattutto far decollare veramente le “famose autostrade del mare”, sono 50 anni che se ne sente parlare, ma ancora del tutto non avverate in un paese con 8000 chilometri di costa. Per non parlare dei nostri porti, vecchi anche loro, porti piccoli per navi sempre più grandi, non ancora adeguati alle esigenze commerciali di oggi, in una nazione che è il cuore del Mediterraneo.
Fortunatamente abbiamo la migliore Corporazione Piloti a livello internazionale, i veri angeli custodi di questa realtà portuale, non voglio pensare alle conseguenze di una eventuale liberalizzazione.

7) Raccontaci di un momento triste ed uno allegro…
Dal momento più triste di una nave in corsa a tutta forza, per arrivare in tempo a dare l’ultimo saluto a mio Padre morente, al momento più felice, quello di essere il Comandante di una nave nuova appena varata, ed ho avuto l’onore di esserne di due, l’apice della mia carriera.
Mi guardo indietro ed al pensiero che presto diventerò “dipendente INPS” sento già nostalgia ed un velo di tristezza, ma la vita è questa, il tempo fugge, corre per tutti, ognuno di noi ha il suo tempo e fa il suo tempo, continuerò a navigare ma questa volta sul mio gozzo, già pronto allo scaletto dei pescatori dilettanti.

8) Rifaresti il Nautico?
Certamente, e consiglio ai giovani che sono il futuro, di intraprendere la carriera del Mare, o meglio, vivere il Mare con la consapevolezza di non sfidarlo mai, ma di farlo con passione senza l’illusione di diventare ricchi o di avere una vita facile, senza seguire lo stereotipo “fatti Capitano e mangia gallina”.
Vorrei regalare Loro la mia esperienza (esperienza: quella materia che non si impara nei libri di scuola), l’esperienza di una vita nell’acqua salata, anche se tutti i giomi cerco di farlo, ma ognuno di noi ha il proprio percorso di vita, i propri sogni, i propri obbiettivi.
Temistocle (Generale greco) 480 a.C.: “Chi ha il dominio del Mare ha il dominio di tutto ” e tutti Voi ne farete parte!=

Se vuoi leggere altre interviste del passato, vai sul nostro SITO STORICO
(4/2024)

 

 

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