Non ne voleva sapere di gettare l’ancora. Lui navigava ancora con grinta nella vita…
Eldo Casini Lemmi con il figlio e Socio, CSLC Giuseppe
Ci vuol altro che una piccola costola rotta, una piccola polmonite o uno stupido blocco renale per convincere a tirare i remi in barca ad un uomo come lui, a soli 101 anni.
Eldo Casini Lemmi era il sarto dei Comandanti. Condottieri di mare e di terra, di guerra e di pace.
A Camogli confezionava uniformi per Capitan Olivari che comandava il Rex, per Capitan Schiaffino (“il “Russo”) che comandava Saturnia e Vulcania, per il figlio di questi anche lui Comandante “Tolla”; per Capitan Giuseppe Mortola della Sitmar, per Capitan “Lolli” Antola della Home Lines e tanti altri.
Doppiopetti blu, petti unici bianchi, galloni dorati su fondo nero con la corona sopra. E poi le divise a generali e colonnelli della Guardia Frontiera in zona di occupazione durante la seconda guerra mondiale.
Attraverso i suoi clienti, naviganti prestigiosi, si aggiornava sulle navi, i viaggi, i porti lontani, la vita di bordo, le gerarchie. Confezionava uniformi di gala e voleva sapere tutto sulle occasioni in cui venivano usate. Stessa cosa per gli altri tipi di divisa e di gradi e spalline.
Poi, nel laboratorio della sartoria, tutte le storie venivano rivissute per impressionare i lavoranti e per convincerli che il loro lavoro era inportante. Le divise da loro confezionate avrebbero girato il mondo in un ambiente prestigioso. Naturalmente, nei racconti le navi diventavano più grandi e più belle, i Comandanti più leggendari, i viaggi più lunghi e misteriosi.
Suo figlio, da bambino si metteva dentro le giacche quasi finite con i gradi d’oro con la corona in cima.
“Papà ,quale nave comanda questo tuo cliente ?”
“Il Saturnia!”
“E’ grande il Saturnia?”,
“Grandissimo!”,
“E’ bello il Saturnia?”
“Bellissimo!” (anche se non l’aveva mai visto),
“Me lo farai vedere un giorno il Saturnia?”
“Sicuro!”
Il transatlantico “Saturnia”
Non combinava mai di vederla questa benedetta nave. Finchè una domenica tutta la famiglia andò a Ponte dei Mille. Non c’era il Saturnia, però l’una di fronte all’altra erano ormeggiate il Conte Grande e il Conte Biancamano. Vederle così da vicino l’effetto fu grande anche perchè fino a quel giorno il bimbo aveva visto solo le navi quando passavano davanti a Camogli per salutare la Casa Dei Marinai.
Basta, ce n’era d’avanzo, la decisione era presa, doveva diventare Comandante!
A dirlo era facile. Anni dopo, mentre il figlio frequentava le scuole medie, il nostro sarto ricevette il Comandante Mortola per una prova di uniformi. Nella conversazione accennò al figlio che voleva andare all’Istituto Nautico. Mortola chiese di vedere il bambino. Questi arrivò tutto emozionato davanti a quell’omone inpressionante il quale disse:
“Bravo! Ti aspetto a bordo da Allievo Ufficiale!”
Il sarto facendo da moderatore: “Caro Comandante, mio figlio vuole diventare ufficiale però non ha voglia di studiare!”
“E’ vero?” chiese il Comandante.
La risposta: “Beh…ma bisogna studiare proprio tanto?”
Allora Capitan Mortola disse una frase indimenticabile: “Tanto no. Poco neanche. Una cosa giusta!”
L’adolescente ebbe la sensazione che lo stessero fregando. Infatti, più tardi capì che bisognava studiare molto di più di quello che era disposto a fare. Ma ce la fece lo stesso, soprattutto grazie alla determinazione del padre che a forza di spinte, di urli, con minacce e promesse, con spiegazioni, con incitamenti e con ripetizioni, rese raggiungibile il traguardo scolastico. Poi, una volta nel mondo del lavoro il giovane se la cavò da solo.
La festa del suo 101mo compleanno!
Dopo 101 anni, la navigazione nella vita del Sarto dei Comandanti giunse alla fine.
Ciao Papà, a tuo modo, anche tu sei stato un grande Comandante!
Giuseppe Casini Lemmi – (foto dell’Autore)