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Il corsaro gentiluomo e l’ossessione per i velieri

Preparati a leggere una straordinaria storia di mare, che parla dell’autentico navigare e naturalmente, di Camogli.
E’ probabile però che la vera protagonista di questo racconto sia proprio lei, una straordinaria nave a vela costruita in Scozia nel 1878, la Seeadler, aquila del mare. Le sue romanzesche vicende avevano un ricorrente e controverso personaggio della scena storico-marittima, cioè il suo capitano, conte Felix Von Luckner; sia quest’ultimo che la Seeadler furono soggetti storici rilevanti, descritti da innumerevoli articoli e libri del settore.Viaggiamo perciò sulla nostra macchina del tempo, regoliamo il percorso su gennaio del 1917 e dirigiamo infine nell’oceano Atlantico centrale. Incontriamo la splendida unità in navigazione in una giornata di poco vento: l’aspetto esteriore non rivela certamente le sue reali intenzioni.

La nave a vela “Seeadler”, dipinto dell’artista navigante Christopher Rave (1881-1933) – Pubblico dominio

Era un veliero tedesco, un corsaro predatore. Fu attivo nella Prima Guerra: la sua apparenza da lenta nave mercantile, celava – tra l’altro – due cannoni di piccolo calibro e un innovativo motore diesel che le assicurava 9 nodi (17 km/h) di velocità. Al suo interno aveva enormi spazi per provviste, armamenti e, soprattutto, numerosi alloggi per i naufraghi prigionieri. Era forse una delle poche – se non l’unica rimasta – nave a vela con la bandiera di guerra. Il suo capitano, di stirpe nobile era sì un abile militare, ma anche un appassionato ed esperto navigatore della propulsione eolica; le sue prede, in quell’epoca di nuove unità a motore, erano unicamente navi come la sua.

Itinerario della “Seeadler”; le due ellissi sono le zone di caccia del veliero; notare che le zone coincidono con l’equatore,
sede delle calme equatoriali dove i velieri hanno difficoltà a muoversi. Nel punto A fu catturato e rimorchiato il “British Yeoman”, in B fu affondato

Felix Von Luckner aveva molto credito dal comando marina tedesco, fu lui a “scegliersi” di servire il suo paese su una nave a vela; la sua fu soprattutto una guerra personale, combattuta per neutralizzare i velieri ancora numerosi a quell’epoca, ma salvandone comunque gli equipaggi e le loro provviste. Fu un personaggio particolare e sentimentale. Una volta ordinò di essere lasciato solo per qualche momento a bordo di una desolata nave che aveva requisito: prima di farla affondare, passò un po’ di tempo per osservare con nostalgia quella stessa coperta che lo aveva visto da giovane mozzo!
Nella sua carriera, il capitano Felix aveva come principale preoccupazione quella di sfuggire alle veloci navi inglesi a motore, che non gli avrebbero lasciato scampo in un inseguimento. Neutralizzava quindi i velieri con una semplice tattica: la sua unità, camuffata da goffo mercantile, attendeva le prede nelle zone di poco vento, come ad esempio quelle nei pressi delle calme equatoriali e, approfittando della ridotta velocità, le abbordava con audaci manovre, sfruttando la sua abilità di marinaio ma soprattutto, con l’ausilio del suo motore diesel.

La “Seeadler” (ex Pass of Balamha) quando era ancora di
bandiera inglese (A.D. Edwardes Collection)

Il capitano Von Luckner non usò mai violenza contro i marinai nemici, faceva imbarcare i naufraghi e li teneva a bordo, anche per evitare che rivelassero gli spostamenti della Seeadler. I segregati a bordo, alcuni con le loro mogli, ricevevano addirittura una cortese attenzione da parte dei predatori: il capitano Felix si comportava come militare ovviamente, ma anche come uomo d’onore, per questo la storia fu poi “benevola” nei suoi confronti negli anni a venire.

Ritorniamo al nostro “arrivo” nel 1917. La Seeadler sta per catturare un brigantino inglese, il British Yeoman, le due unità hanno pressochè la medesima lunghezza di oltre 80 metri. L’equipaggio di Sua Maestà è già stato trasferito a bordo insieme con i viveri. Improvvisamente, Von Luckner cambia idea: invece di affondare il veliero, decide di trainarlo inerme verso sud, per poi doppiare Capo Horn e dirigere in aperto Pacifico dove nessuno l’avrebbe rintracciato.
Quello che si verificò nei giorni seguenti fa ricordare le abitudini di quegli animali predatori che si cibano delle carcasse delle loro vittime mentre le trascinano nella loro tana. Così, dopo qualche giorno, la Yeoman fu depredata di tutte le provviste utili ed infine, una carica di esplosivo la fece scomparire rapidamente in quelle sconfinate acque.

La “British Yeoman” colpita dall’esplosione di una carica del “Seeadler” che si allontana nelle acque equatoriali

Successivamente, il conte e la sua nave, insieme con più di 300 prigionieri di guerra, passarono attraverso mille avventure prima che la Guerra finisse; la Seeadler naufragò mesi dopo nella Polinesia Francese (senza registrare morti nei detenuti), dopo di che il capitano ritornò in patria.
Dopo aver propagandato con frequenti viaggi la pace fra le nazioni e scritto molto sui suoi viaggi di mare, il “corsaro gentiluomo” si trasferì in Svezia con la moglie, dove morì nel 1966.

A Camogli, nella Sede dei Capitani e Macchinisti Navali, esiste un dipinto che rappresenta la nave a vela Stefano Razeto  in mare aperto, al chiaro di Luna. Già tempo fa scrivemmo degli artisti “notturni”, l’opera è difatti rara nel suo genere; l’artista più celebre di questo stile fu il russo Ivan Aivazovsky. Criticando quello stile, qualcuno scrisse che “la luce lunare non ha la capacità di evidenziare la gioiosa immagine di una bianca vela gonfia di un burrascoso vento; poi, le onde stesse, perdono la leggiadra bellezza delle loro bianche creste”, affermazione che contrasta però con il successo di vendita dei lavori di Aivazovsky.

La nave a vela “Stefano Razeto” (poi declassata a brigantino a palo); opera conservata nella Sede dei Capitani e Macchinisti Navali di Camogli

La nave Stefano Razeto, costruita in Inghilterra nel 1880 con scafo in ferro, fu gestita dall’imprenditore camogliese Stefano Razeto (ramo Martìn de Stêa) a fine ‘800; Razeto fu anche armatore del noto veliero Nemesi citato più volte nella storia marittima della nostra Città.
La Stefano Razeto era perciò un’unità di seconda mano e divenne di “terza” nel 1907, quando ritornò sotto bandiera inglese col nome originale British Yeoman; successivamente, fu trasformata in brigantino a palo, forse per questioni manovriere ed economiche.
Ricollegandoci all’inizio di questo scritto, nel 1917, fu appunto catturata e affondata dal capitano Von Luckner; nessun italiano si trovava a bordo in quel periodo.

Qui termina la nostra storia. S’è letto dell’appassionante intreccio tra Von Luckner, i velieri nella prima Guerra e la tradizione di Camogli, il tutto condensato in uno straordinario  quadro marinaro che racconta esso stesso di persone, di cose e di luoghi che mutano a seconda di come e dove si muove la nave raffigurata.=

Bruno Malatesta

(notizie tratte da:
– “Soprannomi dei Capitani ed Armatori di Camogli” di Pro Schiaffino;
– “Il romanzo della vela” di Tomaso Gropallo

 

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