L’Asia era un brigantino a palo di 798 tonnellate, costruito nel 1875 dai cantieri Briasco, armato da Erasmo Piaggio di Genova. I suoi traffici riguardavano principalmente le rotte dal Golfo del Messico all’Europa, trasportando campeche, cioè un legume che veniva impiegato nell’industria colorifera di quel tempo.
Nel novembre del 1885 partiva da Vera Cruz in Messico, diretto a Genova: attraversò normalmente l’Oceano e lo stretto di Gibilterra.
A gennaio 1886, inspiegabilmente, si sconquassò sugli scogli a nord di Carloforte, in Sardegna. I soccorritori non trovarono traccia dell’equipaggio, ma neanche segni di lotta o rapina; inoltre il suo carico era intatto. Solo le vele di gabbia (quelle più basse) erano issate, segno che la nave aveva fronteggiato una burrasca. La gente carlofortina sapeva bene che un relitto sulle sua costa significava essere stato vittima di una “mistralata” nel Golfo del Leone. Conclusero inoltre che, oltre il tempo cattivo, quel veliero non poteva essere stato soggetto ad ammutinamento o pirateria, cioè non vi erano segni di lotta. L’eventuale ipotesi della pazzia collettiva o del suicidio generale barcollava poichè quando l’equipaggio di una nave che aveva navigato per lungo tempo in Oceano e si trovava a due giorni da casa e dalle proprie famiglie, non era certo depresso.
Il teatro del mistero
Per aggiungere un’ulteriore coltre di mistero, dobbiamo spostarci a Genova, sempre nel gennaio 1886.
Nel pomeriggio di una cupa giornata, giungeva nel porto ligure un piroscafo inglese, il Gassend. Proveniva da Cardiff e il suo capitano riportava alla Capitaneria di aver incontrato durante una burrasca nel Golfo del Leone, il veliero genovese Asia in apparente stato di difficoltà. Nonostante gli avvertimenti emessi a voce o col fischio, da bordo del brigantino a palo non giungeva alcuna risposta. Lo sgomento assalì poi i marinai del Gassend quando notarono un lembo di vela che pendeva da un pennone, assumendo le lugubri sembianze di un impiccato! Pareva avessero incontrato una nave fantasma!
Il mistral quel giorno era implacabile ed era perciò impossibile avvicinarsi troppo al veliero; lasciarono perciò di poppa quela nave sinistra e proseguirono la navigazione verso Genova.
Il resto lo immaginiamo: senza equipaggio ed in preda al forte vento di Nord Ovest, l’Asia scarrocciò verso Sud Est, cioè verso le coste sarde.
Non immaginiamo però cosa sia successo al personale che si trovava a bordo; sembra certa un’ipotesi: tutti i marinai fecero o furono costretti ad una scelta…=
Bibliografia:
– GB Ferrari “Capitani e Bastimenti di Liguria”;
– T. Gropallo “Il romanzo della vela” – Mursia.