Un nostro Socio Veterano, ci ha inviato della documentazione, diremmo storico-marittima, relativa ad un battesimo dell’equatore che si tenne su una nave in rotta verso il Sud Africa. Era il 1967, sulla petroliera Esso Roma. Nel “comitato” che presenziò alle operazioni di “battesimo” c’erano – tra gli altri – il Direttore di Macchina Pasquale Brigneti, “Jabe” (secondo da sn) e il Comandante Giuseppe Olivari, “Pitti”, che impersonava “Nettuno”, entrambi di Camogli.
Nella seconda immagine (vedi sotto) si legge il “certificato di battesimo”, redatto in latino!
Il Socio ricorda che quella fu una cerimonia lunga, perchè su 36 membri d’equipaggio, ben una ventina furono i “battezzati”! Ovviamente tutto finì in un gran bagno collettivo e abbondante snack annaffiato da birra a poppa della nave. Solamente i due Ufficiali di guardia sul ponte di comando e in macchina rimasero ovviamente al loro posto di guardia, sobri e ben oltre l’orario previsto.
Ora, un pò di storia. La “cerimonia” del passaggio all’equatore fu – sulle navi da carico – quello schietto incontro tra un’euforia quasi goliardica e la rigida tradizione marinara. Il Comandante della nave era il dio Nettuno e aveva il potere di “battezzare”, con una sorta di intruglio, quei novizi che transitavano la Latitudine Zero per la prima volta. Tutto l’evento era molto partecipato ed era occasione di sano divertimento dell’equipaggio: dava davvero l’impressione che i nuovi imbarcati entravano così a far parte dei “dream team” di coperta e macchina. Si può azzardare che l’usanza ebbe inizio ai tempi dei velieri quando, proprio nei pressi dell’equatore, incontravano le famigerate “calme di vento” (leggi anche “doldrums”) che imponevano alla nave una sosta forzata nel bel mezzo dell’Oceano. Durante tale inattività, oltre ai lavori di manutenzione e la pesca, ci si inventava ovviamente altri passatempi.
Oggigiorno, tale usanza verrebbe liquidata con vari commenti… anche se sulle navi da crociera, per esempio, quello che rimane dell’antica tradizione, viene “spettacolato” in zona piscina, con tanto di bagno finale degli ospiti e relativo certificato firmato dal “Poseidone” (Nettuno) di turno.
Per i più appassionati, riportiamo qui la procedura della cerimonia : il battezzando veniva genuflesso davanti a “Netturo”, che era seduto sul trono; una “damigella” reggeva un secchio (bugliolo) di acqua saponata, un’altra teneva un bel pennellone tondo. Nettuno intingeva il pennellone nel bugliolo e spennellava ben bene il capo del suddetto, recitando la formula di rito. Pronte, le due damigelle lo inondavano infine di acqua pulita non appena il novizio ritornava ritto.=