10) Il crollo
Cosa successe l'11 Settembre 2001 lo sanno tutti. Miliardi di persone al mondo hanno una loro versione dei fatti che dipende dal luogo dove si trovavano nel momento in cui appresero la notizia e il modo in cui vennero informati.
Quel giorno il mondo cambiò e, a prescindere da tutti gli altri valori, a noi di Renaissance Cruises il cielo cadde in testa.
Ero imbarcato sulla “R Five” e la nave si trovava nel porto di Livorno. Mia moglie era imbarcata il giorno prima a Portofino e proprio durante la sosta nel Tigullio avevo pranzato “tete a tete” con un membro del Consiglio di amministrazione della compagnia che mi confermava come la giusta strada fosse stata imboccata e che il risanamento dei conti andava benissimo. Verso le tre del pomeriggio apparve sulla porta del mio ufficio Timur, l'ufficiale alla Sicurezza. “Comandante, disastro a New York!”, disse concitatamente.
Accesi la televisione e quello che cominciai a vedere è ormai parte della storia moderna.
Dovetti vincere l'istinto di stare a guardare la diretta degli eventi perché avevo il dovere di fare qualcosa per la nave.
Ci sono regole interne ed esterne che danno istruzioni per casi di emergenza non necessariamente globali come quello ma anche meno importanti. In breve, tutte le iniziative che prendemmo furono nell'ambito interno della nave perché i contatti esterni che dovevo consultare erano semplicemente irreperibili, occupati oppure avevano altre precedenze.
In quel momento noi avevamo più di 600 passeggeri americani in escursione a Firenze. La stragrande maggioranza di loro era della religione e della etnia che dagli esperti di sicurezza erano considerate potenziale bersaglio, fra i primi della lista.
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Soldati USA vicino all'ormeggio a Livorno (2001)/US troops close by the mooring site at Leghorn (2001) |
Mentre freneticamente parlavo in ufficio con il Direttore d'Hotel e col Comandante in Seconda, mia moglie urlò dalla cabina: “La torre crolla !!!”. Ci precipitammo davanti alla TV guardando allibiti. Mi venne spontaneo di dire la seguente frase: “Che tristezza povera gente. Con tutto il rispetto per loro, sto anche pensando che la Renaissance Cruises è finita”. Purtroppo avrei avuto ragione.
Organizzammo che i passeggeri arrivassero con ogni autobus staccato di 10 minuti uno dall'altro per rispettare almeno in parte le regole previste in un caso del genere. La nave rimase a Livorno fino al giorno dopo come previsto. La dignità dei passeggeri era impressionante. Solo per fare un esempio, dopo aver annunciato che i telefoni satellitari di bordo si sarebbero bloccati se tutti insieme avessero fatto chiamate, ognuno si informava con l'Ufficio Passeggeri prima di chiamare. Evito di elencare gli episodi che invece ricordo perché il racconto di quei giorni è troppo ricco per chiunque. L'indomani davanti alla nave, in banchina, erano schierati centinaia di soldati americani che stavano lasciando la loro base di Camp Darby (fra Livorno e Pisa) per andare chissà dove. Fu una coincidenza ma tutti si domandavano se stessero proteggendo la nave.
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Titoli dei quotidiani nel 2001/The 2001 newspapers headlines: "The America effect, tourism is down; ships & hotels are empty" |
Partimmo il giorno 12 sera e passammo il 13 in navigazione. Per mezzogiorno inventai una cerimonia di ammaina bandiera.
C'erano tutti, passeggeri ed equipaggio sul ponte piscina quel mezzogiorno. Io dissi poche parole a proposito della tristezza del momento e poi detti l'ordine di ammainare tutte le bandiere a mezz'asta. Improvvisamente e spontaneamente si levò un canto, prima da parte delle donne fra i passeggeri, poi da molti dei loro uomini ed ancora da parte dell'equipaggio di nazionalità americana. Dovetti combattere per non emozionarmi troppo. Come direbbe Giuseppe Giusti “era preghiera ma mi parea lamento, d'un suono grave, flebile, solenne. Tal che ancora nell'anima lo sento”.
La crociera continuò secondo il programma fino a Venezia. All'arrivo nella città lagunare si capì che la sosta sarebbe stata problematica. I passeggeri non potevano rimpatriare negli Stati Uniti semplicemente perché gli aerei non volavano e gli aeroporti negli Stati Uniti erano o bloccati oppure nel caos. Annullammo la partenza che era prevista per il giorno dopo e rimanemmo con i passeggeri a bordo in attesa di sviluppi.
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Le navi in disarmo a Gibilterra |
The ships on lay-up at Gibraltar |
Nel frattempo si presentarono alla nave i passeggeri americani che avevano prenotato la crociera che doveva partire l'indomani. Non erano tutti, perché la grande maggioranza non era potuta partire dagli States , ma solo una minoranza che l'11 settembre si trovava già in Europa. Erano comunque un centinaio. Non c'era posto per ospitarli perché le cabine erano occupate dai passeggeri che non riuscivamo a sbarcare. La cronaca degli episodi marginali sarebbe immensa.
Per tre o quattro giorni ci fu una frenetica attività in tutti i sensi. Finalmente si organizzarono voli charter a spese di Renaissance per rimpatriare i passeggeri. Riuscimmo ad assegnare il centinaio di passeggeri che dovevano iniziare la nuova crociera su altre navi.
Naturalmente la crociera successiva fu annullata perché non potevano arrivare i nuovi passeggeri dagli USA. La “R Five” rimase in attesa di istruzioni. Mi arrivò verbalmente l'ordine di salpare subito per New York dove la nave avrebbe dovuto funzionare da albergo per maestranze dell'Autorità portuale. Cominciai a pagare tutte le spese effettuate dalla nave (servizi, agenzie etc.) in contanti.
Il 24 settembre partimmo da Venezia, ufficialmente per New York.
Il 25 mi fu comunicato al telefono che la Compagnia aveva presentato ai tribunali degli Stati Uniti la richiesta di passare all'amministrazione controllata dalla giustizia nelle regole del famoso “Chapter 11”. In poche parole, la Renaissance Cruises era fallita.
Motivi del fallimento, secondo la mia modesta opinione, furono:
Le dieci navi della Compagnia, 8 grandi da 700 passeggeri e 2 piccole da 120 passeggeri, l'11 settembre si trovavano tutte lontanissimo dagli Stati Uniti (8 in Europa e 2 in Polinesia) e tutte avevano a bordo esclusivamente passeggeri americani. La Renaissance dovette pagare extra voli charter specifici per il rimpatrio di circa 5000 persone;
Mentre tutte le altre compagnie potevano continuare l'attività, almeno parzialmente, con clientela europea e con l'imbarco e sbarco in Europa, oppure con clientela americana dalla Florida per i Caraibi, noi fummo costretti ad annullare le crociere per l'impossibilità totale per i nostri passeggeri di raggiungere le nostre navi con voli attraverso l'Atlantico o il Pacifico e questo a causa della situazione geopolitica mondiale;
Gli investitori nel progetto, che avevano pochi mesi prima rifinanziato il bilancio, non ebbero la convinzione di compiere un ulteriore sforzo. Si disse a questo proposito che la cifra che avrebbe permesso la sopravvivenza fosse accessibilissima, però questa versione non fu confermata da fonti attendibili.
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Navi Renaissance a Gibilterra (2001)/Renaissance ships at Gibraltar (2001) |
Una volta che fummo nel mezzo del Mediterraneo, la entità che in quel momento diventò “l'Armatore” e cioè gli investitori delle costruzioni (banche e cantieri) mi nominarono “Coordinatore della flotta”. Cinque delle navi della serie “R” e due delle piccole entrarono a Gibilterra una dopo l'altra per aspettare la vendita all'asta sotto il controllo del tribunale locale.Due delle serie “R” furono bloccate dagli eventi a Tahiti ed un'altra a Tilbury. Qui ci sarebbe un'altra serie di avvenimenti minori da scrivere ma ancora una volta soprassediamo e procediamo solo con l'essenziale.
Le navi vennero vendute a fine novembre 2001. L'Armatore mi confermò il mio incarico di Coordinatore della flotta. Si fece un contratto di “ospitalità” col porto di Marsiglia e iniziammo a concentrare tutte e dieci le navi nel porto francese.
In quel momento iniziò, da parte dei proprietari, la ricerca del modo di utilizzare al meglio quel fantastico capitale che aveva potenzialità enormi nell'industria delle crociere di qualità. Le navi erano nuove, belle e funzionali. Per forza avrebbero dovuto avere un destino degno delle loro qualità.
Per esse, si stava preparando un futuro di successo.
CSLC Giuseppe C. Lemmi (4/2008)
10) The end
Everybody knows what happened on September 11, 2001 . Billions of people in the world have their own interpretation of the event depending on the place on which they were in that moment and in which way they were informed about. That day the world changed. The comments about that day are already too many for me, here to add another one.
Therefore that day, beside all other values, for all of us of Renaissance Cruises an extra sufferance started. On Sept. 11 I was in Livorno on board the “R five” . My wife joined the day before in Portofino where I had a “tete a tete” lunch with a Director of the Board of Renaissance who confirmed that the economic situation was improving fast and everybody was sure that finally the correct formula was found for the recovering of the debt.
At about 3 p.m. the Croatian Safety Officer Timur appeared at the door of my office by saying: “Captain, disaster in New York ”. I turned the TV on and I became one of the billion spectators of the tragedy.
I had to be stronger then the instinct to remain in front of the TV because it was my duty to take care of the ship by applying the rules of an emergency like that. All the initiatives we took were internal of the ship because all the external contact of the emergency list was busy or not available.
In that moment we had more then 600 American passengers in an excursion to Florence . The large part of them belonged to the religion and to the ethnic origin that the security experts consider as top of the list target.
While I was discussing with the Hotel Manager and the Staff Captain, my wife screamed from the cabin: “the tower is collapsing !”. We all run in front of the TV and we saw what everybody saw.
One of my comments in those minutes was: “I am afraid that Renaissance is finished”. Unfortunately I was right. We organized the arrival of the buses with the passengers one every 10 minutes in order to respect part of the procedures of the case. The ship remained in Livorno until the day after as per schedule. I don't want to write about the minor episodes even if they are important for me, as they are too many.
The day after, on the pier beside the ship there were hundreds of American soldiers that were transferred from their base at Camp Darby (between Livorno and Pisa ) to another location. It was only a coincidence but for everybody, they looked as if they were protecting us.
We sailed on September 12 evening and we spent the 13 at sea. For the noon time of the navigation day I organized a ceremony of flag lowering.
All the passengers and all the crewmembers were present on the swimming pool deck. I said few words about the sadness of the moment then I gave the order to lower all the flags from the mast. Suddenly and spontaneously the wimen among the passengers started to sing a sad song. All the others also started to sing as well as some Americans among the crew. I had to make a big effort to avoid a deep emotion in front of all of them. My wife was touched too. It was something that it is impossible to forget.
The cruise continued according to the schedule until the last day on which we arrived in Venice . At the arrival we understood that the call would have been problematic. The passengers could not be repatriated in the United States simply because there was no airplanes and the airports were in the complete chaos.
We cancelled the departure that was scheduled one day later and remained with the passengers on board waiting for something. In the meantime about one hundred passengers of the next cruise shown up. They were already in Europe on the 11 of September. It was impossible to give them a cabin because the ship was full. We had to find hotel rooms for them on our expenses. The episodes to tell about that period of time are again too many to mention. The activity was frenetic for few days more. Finally Renaissance succeeded to organize charter flights at its expenses in order to repatriate the passengers. Some others accepted to be transferred on board of other ships.
The situation was bad because our passengers did not have the possibility to fly from the United States . I started to be requested to pay cash for any service requested from shore. I was waiting for instruction and the instruction arrived, “vernally”.
I was asked to proceed to New York were the ship was, so to say, assigned as floating hotel for the Port Authority Offices. After having paid cash all the pending invoices related to the port call, we sailed from Venice on Sept. 24 bound to New York .
On the day after, September 25, 2001 while in navigation in the Adriatic Sea I received, by telephone, the information that the Officials of Renaissance Cruises requested to the tribunal to enter the controlled administration according the “Chapter 11”. The Company was finished.
The reason of the bankruptcy, according to my opinion were the following:
1) The 10 ships of the Company, 8 big for 700 passengers and 2 small for 120 passengers, on Sept. 11 were, geographically very far from the United States (8 in Europe and 2 in Polynesia) and all of them had on board exclusively American passengers . Renaissance extra paid all the necessary charter flights for the repatriation of about 5000 people;
2) All other companies had the opportunity to continue their activity with European clients with embarkation / debarkation in Europe . Also it was possible to make cruises from Florida to the Caribbean etc. In our case, it was impossible to embark our passengers with transatlantic and transpacific flights;
3) The investors, which few months before made an effort to finance again the project, did not have the sufficient determination to put more money in the Company. We heard afterward that the necessary amount of money for the continuation of the activity was not that much, but this was not confirmed by reliable sources.
Once that the “R five” was in the middle of the Mediterranean Sea, the entity that, in that moment was identified as “The Owner” which means the investors of the construction (es.: Banks; Yard), named me “Coordinator Of The Fleet”. Five ships of the “R” series and two small ones entered the port of Gibraltar one after the other in order to wait to be sold with one auction under the control of the local tribunal.
Two ships of the “R” series were blocked in Tahiti and another one in Tilbury. At this point I should have another number of episodes to write but I will leave them for another opportunity.
The ships were sold at the end of November 2001. The new Owner confirmed my assignment of Coordinator Of the fleet. A contract of “hospitality” was made with the port of Marseille and we started to concentrate all the ships into the French port. The Owner was searching for the best way to exploit the fantastic capital made by those new, beautiful, efficient ships. The potentiality was great, there was no doubt about a positive solution.
For all the “R” sisters fate was preparing a bright future.
Capt. G.C. Lemmi (4/2008)
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