SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI |
Cap. S.L.C. Giovanni Schiaffino (Sciaffin da Balenn-a)
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Nato a Levanto il 20.6.1926, a sei anni la sua famiglia si trasferisce a Chiavari. Le origini sono storicamente marinare nel vero senso della parola. Suo bisnonno, Fortunato Schiaffino è armatore del Francesca Camogli , e dell' Antonia Camogli, due magnifici velieri dipinti da Gavarrone, che fanno bella mostra nel suo ingresso di casa. Una bella foto marinara di Giovanni Schiaffino/A nice seamanlike picture of G.Schiaffino Anche il padre era Capitano di Lungo Corso, ma navigò come commissario di bordo sulle navi del Llloy Sabaudo. Giovanni frequenta il Nautico di Camogli ma, per questioni di residenza, si diploma a Genova, nell'anno scolastico 1945/46. Il primo imbarco lo effettua con Balestrero Tuena e Canepa in qualità di Giovanotto di Seconda Categoria. Comincia proprio dalla gavetta . La nave si chiamava Macuto ed era una petroliera costruita nel 1917. I viaggi erano i soliti del dopoguerra, La Guaira - Aruba. In otto mesi 60 viaggi con 240 posti di manovra. Nel 1947/48 naviga con Alberto Ravano imbarcandosi a Mobile (Alabama) sul Charitas. Schiaffino e la Charitas/Schiaffino and the Charitas Viene arruolato dal famoso Comandante Schiaffino detto il “Tolla” di Camogli. A 24 anni è già Primo Ufficiale, sempre con Ravano, dove vi resta sino al 1955. In questo stesso anno cambia compagnia e si imbarca sul Leme dell'Italia di Navigazione da Terzo Ufficiale. È una ex nave da passeggeri della Libera Triestina di Navigazione, trasformata in nave da carico. Dopo il Leme ed un viaggio sul Tritone, imbarca sulla nave ammiraglia della flotta Italiana, l'Andrea Doria. Vi rimane 18 mesi, effettuando 24 viaggi sulla linea espresso Genova-New York. Sbarca dall'Andrea Doria, col grado di Secondo Ufficiale, 20 giorni prima del tragico affondamento presso il battello fanale di Nantucket. Gli imbarchi si susseguono sulle seguenti navi, sempre con la Società Italia: Toscanelli, Etna, Cristoforo Colombo, Marco Polo, poi ancora Cristoforo Colombo, Tritone, Galileo Ferraris, ancora Toscanelli e Saturnia, nave storica costruita prima della guerra. Ma perché nell'ambiente marinaro lo chiamano Sciaffin da Balenn-a ? Il fatto successe al secondo imbarco sul Cristoforo Colombo. Era Secondo Ufficiale di guardia in plancia ed era l'una di notte. La nave si trovava tra Genova e Capo Corso. Ad un tratto, s'avvertivano delle strane vibrazioni alla nave e contemporaneamente il Nostromo, che aveva la cabina all'estrema prua, lo chiamava concitato al telefono dicendo di sentire forti colpi sulla prora. Giovanni ordinava immediatamente di fermare le macchine e mandava il sottordine a prora a vedere cosa stesse succedendo. Incastrato sopra il bulbo c'era un capodoglio enorme, di circa 20 metri, morto. Nel frattempo, Schiaffino aveva avvertito il Comandante e con pochi colpi di marcia indietro l'enorme cetaceo si sganciò da prora e si potè così proseguire il viaggio. Nei giorni seguenti, si seppe poi dai giornali che il cadavere della balena si era arenato per ben due volte sulla spiaggia di Spotorno e che i mezzi della Marina furono costretti a distruggerlo con la dinamite. Dato l'episodio, forse per distinguerlo anche da altri Schiaffino gli rimase sempre il nome Sciaffin da Balenn-a. Nel 1965 prende imbarco sulla Michelangelo che raggiunge quando era ancora in allestimento. Effettua le prove in mare ed alcuni viaggi, da dove sbarca dopo 14 mesi da Primo Ufficiale, addetto alla sicurezza. Anche qui è fortunato perché 20 giorni dopo lo sbarco la Michelangelo subisce forti danni per il famoso episodio dell' onda anomala nell'Oceano Atlantico. Gli imbarchi si susseguono sulla Leonardo Da Vinci, sulla Raffaello e nel 1968 passa al comando sull' Augustus. Effettua ancora imbarchi sul Tritone, sul Mazzini e come Comandante in 2ª sul Cristoforo Colombo e sulla Raffaello nel 1974. Passa quindi al comando del Da Noli, del D'Azeglio, sulla Leonardo Da Vinci e sul Da Recco, dove effettua l'ultimo imbarco con l'Italia di Navigazione. Nel 1977 la flotta Italiana da passeggeri non esisteva più. L'Italia di Navigazione, putroppo, era in piena crisi e Schiaffino, approfittando dell'esodo agevolato offerto dalla società, dette le dimissioni. Giovanni Schiaffino però non riuscì a star lontano dal mare, e così abbandonate, suo malgrado, le grandi navi da passeggeri si dedica alla navigazione da diporto. Nel 1978, con un socio, acquisisce una goletta di 18 metri di nome Silan e si dedica al charter turistico in Mediterraneo spingendosi sino alle Isole Canarie. La goletta Silan/The schooner Silan La barca alla quale ha voluto più bene Schiaffino è però il Giamavi, che per diversi anni è stato protagonista nei Campionati Invernali di vela nel Tigullio come imbarcazione della giuria. Nel 1980, riprende a navigare con l'emergente Carnival Cruise Line, quale Comandante del “Tango Express”, dove vi rimane sino al 1982. Nel 1983 prende imbarco sulla nave Cosmos con viaggi nei porti del Golfo degli Stati Uniti - Cile. L'armatore era Valdano di Guayachil, di lontana origine Rapallina. Quando sbarca dal Cosmos, come Comandante di navi, è il vero abbandono del mare. Ma fare il pensionato non è da Giovanni Schiaffino. Con alcuni amici fonda a Chiavari una Agenzia di Viaggi denominata Elettratour. Per quattro anni, negli anni ottanta, è anche Presidente della Lega Navale Italiana di Chiavari. Si dedica anche all'insegnamento, come istruttore, per gli esami di Patente Nautica ed è tuttora da dieci anni membro della commissione di esami. Dal 1994 al 1996 viene nominato Vice Presidente di Marina Chiavari Srl, la società Comunale che gestisce il porto Turistico di Chiavari. Nel 1996 ne diviene il Presidente. La prima barca di Salvataggio del Porto di Chiavari, ricorda Schiaffino, è stato il Juanin Tirone, che nacque da una mia proposta durante un'assemblea del Circolo Nautico di Chiavari. Era questa una ex lancia di salvataggio, pagata un milione e mezzo, della nave da passeggeri Vulcania.
Alcuni momenti della carriera di Schiaffino/Some periods of Schiaffino's career Tratto da: "Memorie dal Mare" a cura di Ernani Andreatta - Edizioni Libritalia - 1997
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