La serata “Le stelle e le navi” di quest’anno avrà come protagonista una splendida mezza Luna proprio davanti al Castel Dragone, nostro punto d’osservazione.
Anteposto al Sole, il nostro satellite riempie da secoli le pagine dello scibile umano, tanto è vero che avevamo in mente un altro titolo, ma tant’è, la tentazione di scrivere aggettivi adeguati al soggetto era troppo forte.
Per noi navigatori-boomers, la Luna ha sempre rappresentato una certa rilevanza sulla nostra professione. Lo apprendemmo alla Scuola Nautica quando dallo stridente gessetto del prof di Navigazione, apparirono sulla tetra lavagna le famigerate maree sigiziali: eh sì, a quell’epoca si fiutava ancora l’essenza artistica dell’andar per mare. Quei fenomeni succedono quando il sistema Sole-Luna-Terra è sullo stesso asse, cioè accade il fenomeno periodico di massima attrazione dei nostri oceani, producendo così le più ampie differenze di marea.
Per farla breve, per noi studenti (e poi Capitani), il tutto si risolveva a problemi del tipo: “Sono ormeggiato a Le Havre in Normandia, la mia nave “pesca” 4 metri; desidero sapere a che ora posso partire dal porto considerando che l’ampiezza della marea è di 6 metri!” A quel punto si scatenavano soluzioni grafiche ed analitiche, si consultavano le quasi incomprensibili “tides tables” (ostiche a prima vista come la matematica) e finalmente (ma ci voleva il Comandante), si decideva a che ora partire. E’ vero che le autorità locali erano informate di quei fenomeni, ma si sa, il navigante vuole sempre avere due fonti di certezza.
In un’altra situazione, la Luna metteva a prova la nostra preparazione professionale. Per dirla come Fantozzi, era “la terrificante ed insidiosa osservazione dell’altezza lunare” effettuata col sestante! I navigatori sono sempre stati reticenti ad effettuare quella verifica ma si sa, quando si era in mare aperto (senza GPS ovviamente), tutti gli astri erano buoni per determinare almeno la latitudine della nave.
Orbene, la Luna era difficoltosa da “osservare” col sestante poiché l’orizzonte ad essa sottostante (indispensabile per la misura) era generalmente un “fake”.
Cioè il sinistro ma effettivo “orizzonte di Luna” doveva essere perciò individuato tramite l’esperienza visiva.
Probabilmente lo stesso succederà alla serata delle stelle del Castel Dragone, quando si noterà che la linea d’orizzonte sotto la Luna non è facilmente individuabile a causa dei riflessi argentei del nostro satellite.
Come sappiamo, oggigiorno il sestante è comunque disponibile sulle navi, se non altro come strumento di sostegno in caso dei temuti blackouts energetici: sicuramente sarebbe una performance impegnativa dell’Ufficiale di Coperta usare efficacemente il sestante in quell’occasione.
Come sempre, la Luna ci sta a guardare, col suo effimero “volto” che mostra ironia e mistero al tempo stesso, durante le lunghe ore della notte, quando siamo più fragili…