Potremmo liquidare immediatamente questo argomento affermando che nel nostro logo l’ancora rappresenta la componente di Coperta e l’elica quella di Macchina, punto.
In vista, però, della 120ma ricorrenza di fondazione della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli (prossimo ottobre), vorremmo dire qualcosa di più ed infatti scopriamo intorno a questi due simboli tradizionali varie notizie e riferimenti che non sono poi così scontati.
Tre loghi della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli
Ancora ed elica sono spesso presenti nella loro funzione figurativa anche quando non si riferiscono a Capitani o Macchinisti Navali. Per esempio, le troviamo nei numerosi sodalizi nautici e marinari come le associazioni tipo la nostra, oppure nei club velici, ma anche in quelli sindacali del settore o in quelli storici, come pure in brand di moda o nelle scuole, anche transnazionali.
Nave da crociera in bacino. Tramite le cubìe sono state ammainate le ancore per effettuarne la manutenzione
Chi manovra l’ancora nella rada di un porto le affida, in maniera più ampia, la sicurezza della nave, delle persone e del suo carico. Se poi il tempo peggiora, confiderà nella sua “tenuta” per salvaguardarsi da situazioni estreme. Esiste inoltre una dettagliata nomenclatura marinaresca delle sue parti e ciò conferma che il suo impiego richiede attenta professionalità.
Componenti dell’ancora: l’individuazione delle sue parti è necessaria per effettuare la sua corretta manovra, specie se durante il recupero è “incattivata” da corpi esterni. Generalmente l’operazione è condotta insieme via-radio tra chi la maneggia e chi dirige la nave
Ecco allora che questo dispositivo, antico come il genere umano, rappresenta difatti affidabilità e sicurezza, due concetti fondamentali dell’andar per mare. L’ancora è sempre stata utilizzata quasi esclusivamente nella nautica e forse è proprio per questa ragione che tale dispositivo – insieme con le sue allegorie – sia l’emblema marinaro per eccellenza.
Immagine di un’elica di nave da crociera messa a confronto in bacino col nostro Socio Anziano, CSLC Roberto Volpi
L’elica, invece, rappresenta l’innovazione tecnologica che ha rivoluzionato la navigazione, permettendo così viaggi più veloci e sicuri; come l’ancora, anch’essa ha una sua nomenclatura che si apprende alla scuola nautica, successivamente utile nella gestione dei consumi di carburante.
I parametri di un’elica navale. Confrontando la distanza compiuta da un giro dell’elica in un mezzo rigido con quella compiuta in un mezzo duttile come l’acqua, si deduce quanto è il suo rendimento. Per esempio, se durante una serie di viaggi il regresso aumenta considerevolmente a parità di potenza motrice, si può ipotizzare che lo scafo immerso della nave (opera viva) è soggetto a attriti come l’eccessiva vegetazione marina o la presenza di un corpo esterno.
Ritornando alle rappresentanze Coperta – Macchina, si può affermare che durante la transizione della propulsione ai primi del ‘900, il Capitano dei velieri dovette imparare la nuova manovrabilità e la gestione dei piroscafi, ma il Macchinista Navale ebbe forse compito più arduo poiché la sua era una professionalità tecnica nuova di pacca e in rapida evoluzione. Perciò l’elica è ritenuta simbolo di potenza e progresso; del resto, il suo principio di funzionamento, che non solo è applicato al settore della navigazione marittima, aveva radici storiche ben lontane.
Simbolo della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli fissato sul puntale del portabandiera, usato in occasioni solenni
Infine, se associamo i simboli anzidetti all’ancora ed elica del nostro logo, otteniamo come risultato quelli che probabilmente sono gli obiettivi più rilevanti del Capitano e del Direttore di Macchina, cioè concludere il viaggio della nave con pieno successo dopo averla gestita con competenza, col suo carico e la sua tecnologia, attraverso l’itinerario prefissato, salvaguardando le persone e – non ultimo – aver rispettato l’ambiente circostante.=
Bruno Malatesta
(immagini Archivio Capitani Camogli)