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La splendida Bruges

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(Scorri le immagini di Bruges con le frecce).

l porto di Zeebrugge si trova nel Belgio, lungo la costa del Mare Del Nord. E’ più piccolo del più noto Anversa, per arrivarci non c’è bisogno di canali. Mentre gli approdi di Anversa sono vicini alle grandi vie di comunicazione europee incluso quelle fluviali, i moli di Zeebrugge hanno per sfogo un’autostrada e soltanto la via attraverso il collo d’oca delle ferrovie locali.
I piloti che lavorano nella zona sono belgi e olandesi. Gli uni perchè la stazione di imbarco lato ovest si trova in acque belghe come belghe sono le destinazioni di Zeebrugge, Anversa e Gent. Gli altri perchè il fiume Schelda col suo estuario, oltre che la destinazione di Vlissingen e la stazione di imbarco lato est, sono acque olandesi.
Zeebrugge significa letteralmente “marina di Brugge” , a sua volta Brugge (più conosciuto come Bruges) vuol dire ponte in fiammingo.

Secoli fa la situazione era diversa.
Nel 1500, la Toscana soprattutto, ma anche il resto della penisola italiana importavano la lana grezza dall’Inghilterra usando, in genere, il porto di Genova oppure Livorno (che era stato costruito apposta). La lana veniva trasformata in tessuto e veniva riesportata in tutta Europa. Inoltre da Lucca partivano quantità di costosissima seta. Dalle Fiandre invece si esportavano, fra le altre cose, i famosi arazzi. Dietro agli scambi commerciali c’erano naturalmente le banche d’affari. I genovesi e i fiorentini di banche ne avevano molte. Solo nel capoluogo toscano ce n’erano ottanta. La più famosa e forse la più ricca era la banca della famiglia Medici che aveva molte agenzie nelle città europee più importanti e filiali a Venezia, in Svizzera e a Londra.
Ma la filiale più importante dei Medici era quella di Bruges perchè era là che avveniva il maggior scambio di merci. Da quella filiale fiamminga dipendevano tutte le altre a nord delle Alpi e questa prendeva ordini solo dalla sede centrale di Firenze. Sulle banchine del porto di Bruges c’era perciò un impressionante volume di traffico.
Grazie ai banchieri che costruivano sontuosi edifici per gli affari e per le loro dimore, grazie ai mercanti e agli industriali che facevano altrettanto, ma soprattutto grazie al governo locale che si ingrassava con le tasse, la città di Bruges, lungo i suoi numerosi canali interni, si arricchì di stupendi palazzi , sia pubblici che privati, di magnifiche chiese, monasteri, mercati, torri, campanili, scuole, ospedali. La bellezza dell’architettura, i ponti sui canali (si è già detto che Brugge significa ponte) giustificarono l’appellativo di “Venezia del nord”.
Poi si verificò l’imponderabile.
Le correnti marine, forti per la vicinanza alla Manica e per la latitudine, insabbiarono irrimediabilmente l’entrata delle vie d’acqua dal Mare Del Nord alla città. Per Bruges fu l’inizio del decadimento. Le zona delle fabbriche rimase nelle Fiandre ma si spostò negli anni verso Gent (altro porto fluviale però non insabbiato) e soprattutto verso Anversa. Sparirono le strutture portuali e chiusero molte banche.

Ma come si vedrà, tutto il mal non vien per nuocere.
Fu costruito il porto di Zeebrugge che dista 15 chilometri dalla vecchia città e che per molto tempo servì solo per la pesca (i famosi gamberetti grigi) e per i traghetti con l’Inghilterra. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi lo usarono come base per i loro sommergibili.
Questa volta l’imponderabile si verificò sotto forma di esplosioni.
I bombardamenti degli alleati interessarono le zone industriali, i porti. Per fortuna a Bruges ormai non c’era niente da bombardare.

Ed è per questo che la città offre intatta la sua architettura all’ammirazione di chi la vive e di chi la visita. Senza dubbio è una delle più graziose e piccole città del mondo. Se ne sono accorti tutti e, nel dopoguerra, è nata la nuova industria: il turismo.
Le navi da crociera fanno scalo a Zeebrugge che dista 15 chilometri e vomitano ogni anno mezzo milione di persone a vedere le romantiche case lungo i canali, a comprare cioccolato (le praline di Bruges sono le migliori del mondo) a scattare fotografie ai palazzi e alle statue, ad ammirare la Madonna di Michelangelo.
Adesso gli abitanti hanno molte possibilità lavorative nei negozi turistici, nel restauro specializzato, nell’architettura storica e nelle opere d’arte (aziende di Bruges hanno eseguito il restauro del santuario degli affreschi di N. S. delle Grazie a Chiavari).
Oggi sono pochi i preti a presidiare le innumerevoli chiese della città e non ci sono più le “beguines” nel Beguinage. I merletti d’arte che si producevano in loco adesso si vendono ancora, ma sono prodotti probabilmente in Cina.
E’ sparito lo storico chiosco di patate fritte che si trovava nella “Grand Place” da secoli, ma sono apparsi i noleggiatori di biciclette indicati da scritte multilingue (incluse cinese e giapponese).
Oltre al giro di Bruges con la barchetta lungo i canali si può fare una mini crociera sui canali lungo le Fiandre fino alla storica cittadina di Damme, vicino al confine olandese.
Esiste persino un’escursione per curiosare nella zona di Knokke Zoute, famosa per le ville dei belgi più ricchi, per l’esclusivo shopping center e per la spiaggia sul mare del Nord.
Il porto di Bruges non esiste dunque più, ma nessuno lo rimpiange.=

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