Sfruttando una fortunata serendipità, siamo giunti a conoscenza di una storia interessante della tradizione Camogliese.
Verso l’inizio dell’800, l’armatore Capitano Giuseppe De Gregori gestiva una “polacca”, cioè un veliero, predecessore del brigantino a palo. Il nome della nave era La Beata Vergine del Boschetto, ma anche De Gregori aveva il suo “nomiaggio”: Molta forza.
Una polacca ligure
Negli insidiosi itinerari dei velieri ottocenteschi, succedeva spesso che l’equipaggio s’infortunasse. Basta immaginare un passaggio a Capo Horn per comprendere i rischi della lotta di uomini, alberi e vele contro tempeste implacabili. Chi si faceva “poco male” erano coloro che come minimo si infilavano in corpo pericolose schegge quando sfregavano gli alberi ed i pennoni in quei momenti concitati. Quelle schegge erano pericolose, poichè un’infezione a bordo di un veliero oceanico di quell’epoca poteva significare la morte.
Fu così che – probabilmente dopo una forte burrasca – il Capitano De Gregori provò con ogni mezzo di alleviare le pene di alcuni marinai feriti. Si sa, i mezzi di bordo d’allora erano limitati, ma De Gregori non si perse d’animo. Quasi al limite della disperazione, tentò – sotto gli occhi preoccupati e increduli dell’equipaggio – di utilizzare un medicamento composto da pece, cera d’api e olio d’oliva. Il risultato fu portentoso: quella preparazione estraeva con energia le schegge di legno dalla carne che si risanava dopo qualche tempo! Da quella volta, furono molte le navi che ebbero come dotazione sanitaria il prodotto di De Gregori, tanto che, come detto prima, lui stesso venne soprannominato Molta forza!
Passò il tempo; dopo circa un secolo, una caritatevole signora del casato dei De Gregori, donava la segreta composizione di quell’unguento ai Frati Olivetani di San Prospero.
Il prodotto è oggi registrato presso il Ministero della Salute.=
(- notizie tratte da “Capitani di Mare e Bastimenti di Liguria – Levante” di G.B. Ferrari;
– immagine “Polacca ligure” di G.B. Ferrari).