Immagine di Camogli del passato (archivio Ferrari + IA)
Qui in Riviera ricordiamo sistematicamente gli straordinari esperimenti che Guglielmo Marconi condusse negli anni ’30 a bordo del suo yacht-laboratorio Elettra nel Golfo del Tigullio. Entreremo in quelle atmosfere in compagnia del rivano Girolamo Stagnaro (classe 1887), il Comandante di quell’imbarcazione, che si trasferì in giovane età a Camogli per frequentare la Scuola Nautica e poi per sposare la figlia dell’allora Sindaco Davide Olivari.
Davide Olivari, Sindaco di Camogli dal 1907 al 1917
e dal 1920 al 1926, durante una riunione della Società
Capitani e Macchinisti Navali nel 1910 dinnanzi
al Teatro Sociale (immagine tratta da “Soprannomi degli Armatori e dei Capitani di Camogli di Pro Schiaffino)
La convocazione
Una mattina dell’estate 1932, due carabinieri si presentano alla villa del Sindaco Olivari a Camogli: cercano il Comandante Girolamo Stagnaro che si trovava a passare una vacanza in casa del suocero: era da poco sbarcato dalla nave Artena della compagnia Roma, che effettuava viaggi da Genova a Buenos Aires. Dopo qualche apprensione da parte della famiglia, i due militari gli comunicano di avere un fonogramma (comunicazione telegrafica trasmessa via telefono) col quale Sua Eccellenza Guglielmo Marconi lo invitava per un incontro all’Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure.
L’Hotel Portofino Kulm: Marconi lo frequentò mentre era a Santa Margherita sull’Elettra. Sicuramente con lui v’erano personalità e frequenti intervistatori da tutto il mondo (archivio Ferrari + IA)
Stagnaro sperava in quell’appuntamento: settimane prima aveva difatti inoltrato richiesta d’imbarco proprio sull’Elettra. E’ possibile che il trattamento economico fosse ottimo, oppure i periodi d’imbarco alquanto limitati e lavorare con un immenso personaggio come lo scienziato richiedeva sicuramente un alto livello di preparazione e Stagnaro ne aveva e tanta. Il Comandante era inoltre decorato con la Medaglia d’Oro al Valore di Marina per aver salvato in Atlantico nel 1923 l’equipaggio di una nave da carico. Comunque fosse, sapeva bene che essere imbarcati su uno yacht è comunque mooolto diverso da esserlo su una nave mercantile.
Marconi con l’equipaggio dell’Elettra dopo l’arrivo da una crociera. Da sinistra: il Comandante dello yacht-laboratorio, Girolamo Stagnaro, la consorte dello scienziato, marchesa Maria Cristina Bezzi-Scali, S.E. Guglielmo Marconi e il Direttore di Macchina della nave, Giuseppe Vigo (tratta da “Epoca”)
Un altro camogliese a bordo dell’Elettra, era il marinaio Vittorio Laviosa, ritratto al governo del tender dello yacht insieme con Guglielmo Marconi e alcuni suoi ospiti internazionali (Archivio Capitani + IA)
E difatti, il Comandante Stagnaro incontra Marconi che lo assume; a bordo lavorerà con il Direttore di Macchina Giuseppe Vigo. Numerose sono le campagne scientifiche alle quali lo vediamo sì come Capitano dell’unità, ma che si comportava sempre come “il più riguardoso e il più discreto degli ospiti”: sicuramente s’era adattato pienamente in quella che Marconi considerava una residenza privata.
A bordo
Lo scienziato era molto deciso con chi lo visitava, soprattutto quelli che lo intervistavano, perciò si raccomandava con Stagnaro che le visite fossero della durata necessaria. Veniva usato un “codice”: quando lui guardava l’orologio, il Comandante doveva far capire all’ospite che era l’ora che se ne andasse! Stagnaro, da buon ligure, avvertiva in anticipo gli intervistatori delle preferenze del senatore, per cui il sistema funzionava a perfezione e rapidamente.
La cabina di Guglielmo Marconi sull’Elettra (Epoca)
Marconi era molto gentile, per esempio, quando desiderava visitare la plancia chiedeva ogni volta il permesso a Stagnaro. Quest’ultimo si guadagnò successivamente la stima di Sua Eccellenza per la sua discrezione e per l’eccellente stato di manutenzione dello yacht: ottoni e pitturazioni erano scintillanti e perfetti. Il Comandante era anche minuzioso con i conti, dimostrando così al senatore che pur non spendendo molto in gestione, la nave non ne risentiva. A quel riguardo, Marconi una volta fece dell’ironia verificando lo stato della nave con i soldi effettivamente spesi, cioè si chiedeva come non fossero riuscite in quell’intento le gestioni precedenti.
Gli esperimenti in Riviera
Negli esperimenti del Golfo Tigullio, Stagnaro partecipò assiduamente alla perfezione del radiogoniometro.
C’era lui a bordo con Marconi nel 1934, quando nelle vicinanze di Sestri Levante avvenne il famoso esperimento di transito “cieco” in acque ristrette. In pratica, si collaudò il sistema radioelettrico per seguire con la nave una rotta prefissata. Così al mattino di una bella giornata, si oscurarono i finestroni della plancia dell’Elettra con dei panni bianchi, giusto per simulare la mancanza di visibilità.
Idealizzazione dell’Elettra che transita attraverso un traguardo di boe con i vetri della plancia oscurati da panni. Sul ponte più alto, si notano due antenne radiogoniometriche (archivio Capitani IA)
Stagnaro era presente con Marconi per seguire su un indicatore che l’unità procedesse sulla direzione precisa del “radiofaro” trasmessa dalla stazione di terra e che passava esattamente in un traguardo di boe largo 100 metri. La prova ebbe gran successo: Marconi aveva provveduto all’invenzione del dispositivo e Stagnaro l’aveva attuata, come del resto fecero navi ed aerei nei decenni a seguire.
L’Elettra e lo Yacht Club Italiano
Quando lo yacht cambiò nome e bandiera, nel 1921 fu iscritto nelle matricole di Genova, issando contemporaneamente il vessillo italiano e il guidone dello Yacht Club Italiano che ha, ancor oggi, sede a Genova. E proprio dinnanzi allo YCI situato al porticciolo Duca degli Abruzzi, Marconi effettuò nel 1930 il celebre collegamento con Sydney, accendendo con un colpo di tasto le numerose luci del municipio della città australiana.
Splendido modello dell’Elettra conservato al Civico Museo Marinaro “G.B. Ferrari” di Camogli. E’ stato applicato il guidone dello YCI sull’albero di poppa (Archivio Capitani)
Ora, pare che alcune fonti affermino che durante quell’esperimento, Girolamo Stagnaro fosse a bordo, anche se abbiamo visto prima che Marconi lo assunse successivamente, nel 1932. Speriamo di capirne di più su questa discrepanza.
Esistono molte immagini che ritraggono l’Elettra con la bandiera nazionale e con il guidone dello YCI, issato sull’albero di poppa. E’ quindi evidente il motivo per il quale l’odierno Golfo del Tigullio sia stato denominato anche “Golfo Marconi”: gli yacht sono da sempre numerosi in quella parte di mare, soprattutto a Portofino, dove lo YCI dispone della sua esclusiva Sede Estiva che è il punto dove vengono programmate numerose competizioni e manifestazioni del settore. Guglielmo Marconi, lo YCI e il Tigullio rimarranno vincolati per sempre.
Infine
Marconi scomparve nel 1937, il Comandante Stagnaro lavorò con lui fino a quell’anno e fu perciò il suo ultimo capitano. Negli anni successivi, troviamo Stagnaro nella posizione di industriale, responsabile (CEO diremmo oggi) di una grande azienda genovese specializzata in arredamenti di bordo. Scomparve nel 1977.
Forse fu lui stesso a raccontare questo episodio accaduto sullo yacht anni prima:
“Una volta, oltre la porta della ‘cabina segreta’ di Marconi, cioè il laboratorio dove lui eseguiva gli esperimenti più innovativi, s’udì un forte scoppio. Tutto il personale, preoccupato, si avvicinò all’accesso del locale rigorosamente chiuso a chiave, per ascoltare se qualcosa si muovesse all’interno. Fortunatamente, non era niente di grave, Marconi uscì illeso e osservò con stupore i volti preoccupati dello staff accorso. Nessuno osò chiedergli cosa fosse successo…”
Chiudiamo questo scritto con un’immagine-dedica di eterna riconoscenza da parte di tutta la Gente di Mare per averla dotata di un mezzo di comunicazione che poteva finalmente salvare la vita a chi si trovava in pericolo in mare aperto. Ed è commovente notare nelle immagini e resoconti precedenti che quella riconoscenza era ampiamente manifestata – prima di tutto – dal suo equipaggio.=
(alcune notizie tratte da Epoca)