Qualche tempo fa, nella nostra sede, durante un afoso pomeriggio, un gruppo di capitani anziani si ritrovò coinvolto in una discussione altrettanto rovente. Il tema? Le navi autonome, quelle “comandate” a distanza, senza equipaggio. C’era chi ne sottolineava l’impossibilità, chi invece intravedeva rapidi progressi e chi, con una visione più equilibrata, prevedeva che ci sarebbe voluto comunque del tempo prima di vederle realmente solcare i mari. E avevano ragione.
Oggi, infatti, si lavora intensamente per rendere possibile la navigazione oceanica senza equipaggio, ma rimangono molte sfide da affrontare, non solo in termini di sicurezza e tecnologia, ma anche dal punto di vista legale e culturale.
Camogli 2008: Gino Anselmi del Museo Marinaro porta il modello del rimorchiatore “Esemplare” in banchina
Un membro più conservatore fece un esempio significativo: nel 2008, la Società Capitani presentò nel porto di Camogli un rimorchiatore donato al Civico Museo Marinaro “Gio Bono Ferrari”, costruito nel 1914 dal Capitano DM Rodolfo Bozzo. Vedi articolo del 2008 qui.
Oggi: l’Esemplare conservato al Civico Museo Marinaro
Particolare dell’apparato motore originale e funzionante realizzato dal Cap. DM Rodolfo Bozzo nel 1914.
Il modello fu poi modificato dal socio modellista Duilio Curradi, che lo trasformò in un’imbarcazione radiocomandata e navigabile. Raccontò questa storia con nostalgia, concludendo però che, per quanto affascinante, si trattava pur sempre di un modello in scala e che un’applicazione reale sarebbe stata impensabile. Vedi qui video del test del modello del rimorchiatore Esemplare a Camogli nel 2008.
Il modello è posato in acqua. Alla dimostrazione erano presenti: Duilio Curradi, Socio e Modellista; Pro Schiaffino, Direttore Emerito del Museo Marinaro; Bruno Sacella, Direttore del Museo Marinaro; Gino Anselmi Addetto del Museo Marinaro. Vedi articolo tecnico-dettagliato sul modello del rimorchiatore “Esemplare” qui
A quel punto, uno dei capitani più ottimisti chiese ai presenti se avessero mai sentito parlare dell’esperimento di Nikola Tesla, l’illustre inventore legato a straordinarie innovazioni in campo radioelettrico e tecnologico. Con entusiasmo, esordì dicendo: “Ora vi spiego perché sono ottimista riguardo a questo tipo di navi!”
Nel 1898, Tesla registrò un brevetto per la prima nave radiocomandata! L’evento si svolse al Madison Square Garden di New York, dove presentò il suo “TeleAutomaton” cioè “Apparato per controllare il meccanismo di navi in movimento”. Nonostante le differenze nella forma, il concetto era incredibilmente simile a quello sviluppato da Curradi ben 110 anni dopo.
Immagine del Teleautomaton (1898): a destra s’individuano il timone e l’elica. Notare la chiusura ermetica dello scafo per impedire infiltrazioni d’acqua alle apparecchiature elettriche
(Tratto da US Vintage Models Yacht Club – Foto Pubblico Dominio tramite il Museo di Nikola Tesla – Belgrado)
Il modello, lungo circa un metro, aveva una forma oblunga metallica ed era dotato di antenne riceventi, una batteria e un motore elettrico. Grazie alla trasmissione radio, era possibile controllare l’angolo di barra del timone, la velocità dell’elica e persino i piccoli fanali di navigazione. Insomma, un vero prototipo di imbarcazione radiocomandata!
Gli spettatori rimasero sbalorditi. Alcuni pensarono a trucchi di magia, altri a manipolazioni mentali, altri ancora a fili nascosti. Tesla, consapevole dello scetticismo, affermò in modo rivoluzionario che il modello era governato da una sorta di “intelligenza artificiale”, un “automa” in grado di dirigersi autonomamente.
Oltre alla navigazione radiocontrollata, Tesla sottolineò la possibilità di eliminare l’uso di equipaggi sulle navi da guerra e di impiegare la sua invenzione per il controllo dei siluri e altre applicazioni strategiche. Tuttavia, i tempi non erano maturi: i vertici militari dell’epoca non credevano nell’uso degli automi e la propagazione delle onde radio sulle lunghe distanze era ancora incerta. Inoltre, la stessa idea di un veicolo controllato a distanza suscitava forte scetticismo nella società dell’epoca.
Droni e navi autonome: panorama marittimo del futuro?
E così, quella straordinaria invenzione finì per decenni sepolta negli archivi dell’ufficio brevetti di New York, fino a quando…
Oggi, i veicoli radiocomandati sono una realtà consolidata. Basta pensare ai droni, che hanno trovato applicazione prima in ambito militare e poi in quello civile.
Così si concluse quella vivace discussione tra capitani, senza che nessuno cambiasse del tutto opinione, ma con la consapevolezza che il futuro della navigazione potrebbe riservare molte sorprese.=
Bruno Malatesta
(Notizie su Nikola Tesla tratte da Wikipedia)