E’ il 15 gennaio 1915, la guerra sta già devastando parte dell’Europa. L’Italia, ancora neutrale, prenderà parte alle ostilità nel maggio dello stesso anno.
Una nave mercantile, il Varese sta navigando al largo dell’Istria, dinnanzi a Pola, diretto a Venezia. E’ un giorno di Bora e la pratica marittima suggerisce di navigare vicino a costa. A bordo dell’unità – tra gli altri – si trovano quattro camogliesi: il Comandante Carlo Mortola, il Primo Ufficiale Giovanni Marini, il Marinaio Fortunato Gimelli e il Cuoco Antonio Lardone.
Ad un tratto, la nave viene scossa da una terribile esplosione a prora, in poco tempo si inabissa portando con sè tutto l’equipaggio eccetto il Primo Macchinista di Livorno. La mina assassina faceva parte di un campo austro-ungarico, sistemato in quella zona poichè le due nazioni erano già belligeranti.
E così, a Camogli, non rimase che piangere le sue vittime, senza che i nomi delle stesse fossero indicati sul Monumento di Piazza del Teatro, poichè i quattro marittimi non erano deceduti “in tempo di guerra”, almeno da parte italiana. Ma una significativa cerimonia si tenne nella nostra Città a fine gennaio 1915. Venne inaugurato al nostro Cimitero un capitello funerario che ricordava il sacrificio dei quattro naviganti.
Cimitero di Camogli: il capitello funerario che ricorda le quattro vittime del “Varese”, affondato nel 1915
Il tempo passò e, nel 2015, a cento anni da quel naufragio, un gruppo di sommozzatori belgi contattò la Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli per conoscere i nomi dei suoi poveri marittimi così da posizionare una targa sui fondali dove giace il relitto del “Varese”.
La targa che ricorda i marittimi deceduti nei fondali di Pola
E così fu fatto, ora, i nomi dei quattro naviganti scomparsi appaiono anche sul luogo dell’esplosione.
Consulta QUI la storia del Varese e l’elenco delle sue vittime.=