Gli uomini di mare camogliesi, temerari ed industriosi, fecero vela in tutti i mari del globo, consolidando così un business produttivo di famiglia che promosse la fama e la prosperità della Città. E che ancora oggigiorno ne ha beneficio.
Tempi duri, di sacrifici, di rinunce: niente paragonabile ai giorni nostri. In un mese, per esempio, nella seconda metà Ottocento, quaranta famiglie furono straziate dalla perdita dei loro capi che lavoravano da anni sugli oceani tempestosi e pressochè inesplorati. Altri casati invece, godevano il loro benessere originato dai proventi delle campagne in Algeria e Crimea dei loro velieri. E certe dinastie, per puro spirito filantropico, destinavano parte dei loro patrimoni alla costruzione di istituti e strutture utili alla comunità e, molto frequentemente, l’attivo che ne risultava veniva destinato alle Opere Pie locali.
Ancor oggi, parte di queste strutture sono esistenti, qualcuna con utilizzo differente dal progetto originale. Vediamole.
Il Teatro Sociale
Di questa struttura descriviamo la sua funzione nei rapporti con il mondo marittimo. Come è noto, la fondazione dell’edificio avvenne nel 1876 per volontà di alcuni imprenditori della marina velica di allora che divisero la proprietà del Teatro come una nave: i carati vennero praticamente sostituiti con i palchetti.
Il Teatro Sociale di Camogli ai tempi del restauro del 1930 (foto archivio Ferrari)
I palchettisti erano perciò orgogliosi del loro stato di rilievo economico e sociale. A Teatro ci si incontrava anche per affari, per conoscere nuova gente e per farsi notare. Va qui ricordato che a promuovere l’opera fu anche gente estranea all’ambiente armatoriale, per esempio semplici naviganti che, come tutti, vollero concretizzare quel progetto con cui Camogli potesse finalmente disporre di un sito importante e frequentato dai suoi abitanti. Sicuramente quel periodo fu molto significativo: infatti, subito dopo, nel 1877, Camogli divenne “Città” con i suoi oltre 10.000 abitanti.
Nel 1880 ebbe luogo al Teatro il Primo Congresso degli armatori italiani (ben 323) che si riunirono per discutere vari aspetti economici dei loro rapporti con il governo, soprattutto la riduzione dei premi di navigazione che, al termine degli incontri, vennero riattivati pienamente. Era comunque l’inizio della fine: già in quelle sedute s’avvertiva l’imminente cambiamento della marina mercantile.
Teatro Sociale,1909: inaugurazione della Nuova Bandiera della Società Capitani di Camogli (foto Archivio Ferrari)
Nel primo ‘900 infatti, con il declino inesorabile della flotta a propulsione eolica, iniziò anche il tramonto dell’imprenditorialità marittima camogliese e tale trasformazione influenzò di conseguenza le attività del Teatro Sociale dando luogo così ad un utilizzo più allargato, come riunioni sociali, patriottiche, economiche. Forse non tutti sanno che la Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli venne fondata il 19 novembre 1904 proprio nei suoi locali.
E il “Teatro di tutti” fu anche sede di convegni marittimi, per esempio quello della Federazione dei Lavoratori del Mare negli anni 1910-13, dove vennero discussi i diritti dei vecchi marinai in pensione; per inciso, a quegli incontri partecipò anche l’Ammiraglio Giovanni Bettolo, allora Ministro della Marina. Nel 1920, il Teatro ospitò le spoglie dei Caduti Camogliesi della Grande Guerra e nei suoi locali venne allestita la camera ardente.
Va anche qui ricordato che nel 1938 Gio Bono Ferrari inaugurò il Civico Museo Marinaro proprio nel Ridotto del Teatro Sociale: quella Sede fu mantenuta sino al 1944, in piena concomitanza con il periodo artistico più fulgido dell’edificio.
“Recita” delle Scuole Elementari al Teatro Sociale di Camogli negli anni ’50
Concludiamo questo panorama sulle attività marinare del Teatro Sociale di Camogli ricordando che in tutte le sue manifestazioni, vi fu una presenza costante e di rito, quella degli studenti dell’Istituto Nautico “Cristoforo Colombo”.
L’Ospedale Civico SS. Prospero e Caterina
Felicina Casabona, consorte del pluridecorato Domenico Ferrari, capitano ed armatore, appartenente ad una delle famiglie armatrici più celebri della città, donò l’ingente somma di 65.000 lire per la costruzione dell’ospedale civico.
Va qui detto che l’iter per la costruzione fu lungo per vari motivi burocratici ed ambientali e infine, nel 1896, anche con la cospicua aggiunta di capitale pubblico, la costruzione – in stile gotico-medievale – fu finalmente inaugurata. Nell’Ospedale di Camogli trovarono poi ricovero anche tutti i pazienti delle città limitrofe, soprattutto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando molti feriti dei bombardamenti di Recco e Sori furono assistiti in quella struttura.
Veduta dell’ex Ospedale di Camogli (foto B. Malatesta)
Nei suoi locali, ancor oggi si possono individuare citazioni, medaglioni, busti e statue impolverate raffiguranti quei benefattori che onorarono la nostra Città. Nella seconda metà del Novecento, quell’edificio cessò le attività iniziali, fu poi ridotto a clinica e quindi, definitivamente chiuso.
Oggigiorno, si sta attendendo attraverso complesse pratiche burocratiche il semaforo verde per il prossimo utilizzo che pare sia indirizzato a interessi privati.
La Piccola Casa di Provvidenza
Nel 1868 fu costruita la “Piccola Casa di provvidenza”. L’iniziativa fu merito di Monsignor Carlo Candia, Arciprete di Camogli (che curò anche l’arricchimento della nostra Basilica) e di Domenico Ferrari, pluridecorato capitano e armatore, già menzionato precedentemente: era infatti il consorte della benefattrice Felicina Casabona. La struttura era stata auspicata per il crescente numero di bimbe orfane di padri marinai: a quel tempo, i naufragi erano frequentissimi.
La ex “Piccola Casa di Provvidenza” (foto B. Malatesta)
Nella casa, le orfanelle venivano istruite dalle Suore Dorotee nei lavori femminili, nella moralità e nella religione. Al termine della loro permanenza nell’Istituto, le giovani ospiti ottenevano il diploma Magistrale e successivamente insegnavano – meritandosi rispetto e considerazione – nelle scuole elementari cittadine, aumentando significativamente così l’istruzione nella nostra Città.
L’edificio fu sede negli anni a seguire della Scuola Alberghiera “Convitto Guglielmo Marconi” finalizzata alla preparazione di personale destinato anche alle navi, dopo di che, fu chiuso ed utilizzato come residenza agevolata.
La Casa dei Marinai
Ancora nella prima metà del Novecento, Camogli aveva una grande eredità sia imprenditoriale che professionale. I capitani e marittimi camogliesi continuavano ad onorare il nome della Città anche sulle navi di ferro. Ed infatti nel 1931, dopo una gestazione di dodici anni, alla presenza dei Sovrani d’Italia, fu inaugurata la Casa di Riposo per la Gente di Mare intitolata a Giovanni Bettolo, Ministro della Marina del primo ‘900 che fu molto attivo nella storia mercantile di Camogli. Circa metà del finanziamento utile alla costruzione dalla Casa (791.000 lire) fu versato dagli armatori, dai capitani ed equipaggi nazionali. Ricordiamo qui che il coordinamento della raccolta fondi fu espletato dall’Opera Pia “Giovanni Bettolo”, della quale la Società Capitani faceva parte. L’INPS subentrò nella gestione della struttura nel 1933-34 , mantenendola correntemente ai giorni nostri.
La Casa dei Marinai di Camogli al tempo della sua inaugurazione nel 1931 (foto Archivio Ferrari)
La struttura quindi funziona ancora come tale; tempo fa furono effettuati lavori di ammodernamento. Anni addietro l’istituto fu utilizzato come centro di riferimento di varie iniziative storico-culturali della Città di Camogli. Purtroppo negli anni seguenti, la pandemia limitò anche la S. Messa per la commemorazione dei Caduti in Mare nella sua cappella.
Concludiamo questa veloce panoramica con la significativa descrizione dello spirito che animava nel passato l’inaugurazione – dopo un restauro – di certe opere camogliesi:
“E’ una specie di pubblica onoranza che la Camogli d’oggi rende ai camogliesi di allora, quasi l’adempimento di un dovere civico…”.=
(Informazioni attinte nei volumi della Biblioteca Civica di Camogli “Niccolò Cuneo”:
– Notiziario del “Boschetto” – Silvio Caccaos – Nr. 3/1979;
– Camogli da borgo a Città – Autori vari – Ed. De Ferrari – 2004;
– Teatri storici in Liguria – F. Ragazzi – Sagep Editrice – 1991;
– La Città dei Mille Bianchi Velieri: Camogli – G. B. Ferrari – N.E. Genovese – 1991;
– Soprannomi degli Armatori e Capitani di Camogli – Pro Schiaffino – Quaderno Nr. 14 del Civico Museo Marinaro “G.B. Ferrari).