Le navi, da sempre hanno usano l’ancora per svariati scopi: arrestare una pericolosa navigazione verso gli scogli, oppure per stazionarsi in una rada o in un fiume. Ancor oggi vediamo che le ancore sono installate nella prora per varie ragioni dinamiche: nessuno infatti ha mai pensato di costruirle a poppa poichè sarebbe un pò come prendere l’unità “per i fondelli”.
Invece, a seconda degli itinerari, in certe poppe, si trovava un’ancora ausiliaria. Abbiamo usato l’imperfetto poichè oggigiorno la tecnologia riesce a stabilizzare una nave all’ancora con l’aiuto di propulsori principali e trasversali, interfacciati da una determinata posizione satellitare costringendo però l’equipaggio ad usare e sprecare continuamente energia.
Ma torniamo all’ancora di poppa. Molti dei nostri Soci l’avevano vista frequentemente su certe vecchie navi passeggeri; qualcuna apparve anche in unità più moderne.
Ancora di poppa (archivio Capitani Camogli)
Chi ha fatto crociere, avrà sicuramente realizzato che quando la nave è all’ancora, le motobarche usate per il servizio “tender” incontrano difficoltà nell’avvicinamento allo scalandrone per rientrare a bordo. In rada, vento e onde sono ovviamente più accentuate che in porto e pertanto l’unica soluzione per effettuare un servizio passeggeri accettabile, è quella di mantenere il lato della nave dove è posizionata la scala, a “ridosso”, cioè riparato da vento e mare dalla stessa struttura di bordo.
Nave da crociera alla fonda con ancora di poppa
Ad esempio, se in una rada c’è vento di Tramontana, cioè da Nord, la nave alla fonda dovrebbe essere orizzontata per Est-Ovest, così da offrire ridosso sul suo lato rivolto a Sud.
Vediamo nel dettaglio la nave da crociera in rada: diciamo che l’ancora di poppa “inchioda” l’unità in una posizione, col vantaggio di ottenere un unico lato protetto da vento e mare, evitando così ritardi nel servizio motobarche; il suo impiego richiede però molta attenzione e grandi doti marinaresche.
Semplificando mooolto la tattica marinaresca, supponiamo di arrivare in una rada dove c’è un vento abbastanza sostenuto (ci perdonino gli addetti ai lavori, ma uno degli obiettivi di questo blog è quello di presentare l’argomento “mare” accessibile a tutti).
Una delle manovre adottate (vedi le tre immagini seguenti) è quella di mantenere sempre la nave perpendicolare al vento, dare fondo all’ancora di prora sopravvento e lascare man mano la sua catena mentre si viene indietro con le macchine. Quando la catena dell’ancora di prora è arrivata a una certa lunghezza, la si agguanta e si fermano le eliche (per evitare che la catena di poppa le danneggi). Dopo di che, si inizia a virare sull’ancora di prora e, appena la nave si muove così in avanti, si dà fondo finalmente all’ancora di poppa e si lasca sulla sua catena, così da “bilanciare” le catene delle due ancore; la nave resterà infine orientata trasversalmente al vento.
Anche un estraneo alle pratiche marinare comprende che questa manovra è molto delicata: oltre che di mezzi strafunzionanti, bisogna disporre di personale ben addestrato. Come si intende, il peggio che può capitare è quando la catena dell’ancora di poppa “va a finire” nelle eliche, con conseguenze disastrose ed è per questo motivo che qualche Capitano era/è riluttante al suo utilizzo. Ma c’erano altri Capitani che sapevano fare con destrezza questa manovra: è come se avessero avuto ben chiaro in mente il disegno dei passi che dovevano effettuare. E mai una volta hanno fallito.=