Le navi – si sa – sono delle inesauribili fonti non solo di oggetti, ma anche di storie delle persone che le hanno utilizzate. E’ per questo che la differenza tra reliquie, relitti e reperti a volte si fa davvero impercettibile; anzi, questi tre termini si potrebbero raggruppare in un unica parola: “resti”.
Ed è la storia di un resto significativo quella che stiamo per raccontare.
Mesi fa, in un mercatino dell’usato in Piemonte, l’amico della Società Capitani di Camogli, Ingegnere Flavio Testi, notò su un banco un pò distaccato dagli altri un grande oblò. Flavio è un noto cultore del transatlantico “Rex” e delle sue vicende. Con curiosità chiese al venditore a quale nave appartenne quell’oblò e la sua risposta fu sorprendente: “Al Rex!”.
Per farla breve, dopo i doverosi accertamenti tecnici e storici, l’Ingegner Testi concluse senza ombra di dubbio che quel reperto era della nave che – nel 1933 – conquistò il Nastro Azzurro da Gibilterra a New York ad una velocità di oltre 29 nodi (quasi 54 Km/h!).
Abbiamo altresì ricevuto delle immagini dell’oblò che è completo della sua “corrazza”, cioè lo scudo che si “ingallettava” sopra il suo spesso vetro così da proteggerlo da forti colpi di mare.
“Oblò del transatlantico Rex” notare la “corrazza” aperta – archivio Flavio Testi.
Testi sta preparando una dettagliata documentazione su quel ritrovamento, speriamo di consultarla al più presto.
Tornando all’argomento dei resti, possiamo aggiungere che quell’oblò poteva anche essere stato ispezionato da uno degli ultimi Capitani del Rex, Vittorio Olivari di Camogli. Ed eccolo quindi una reliquia, poichè noi accostiamo quell’oggetto ad un personaggio di rilievo che conosciamo, ma anche al relitto della nave, che fu affondata – inerme come un bersaglio – l’8 settembre ’44 nei pressi di Trieste; infine, è sicuramente possibile che quell’oggetto diventi successivamente un reperto museale, provocando nei suoi visitatori le emozioni delle sue vicende e dei suoi personaggi.=
Immagine: “Oblò del transatlantico Rex” notare la “corrazza” aperta – archivio Flavio Testi.