SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Il Rimorchiatore Vortice

Il Vortice fu costruito nei Cantieri Navali “Baglietto” di Viareggio nel 1964. Aveva una stazza lorda di 788 tonn. Misurava 57 metri di lunghezza ed era largo 10 metri. Tra le onde lunghe dell'oceano, tuttavia, sembrava più corto, perch é spariva alla vista di un osservatore occasionale.

Il Rimorchiatore Vortice/The tugboat Vortice

Si diceva in giro che, il buon senso, (oppure qualcuno più in alto..), avrebbe dovuto impedirgli d'uscire dal Mediterraneo… Noi, che del Vortice siamo stati inquilini, abbiamo sempre contestato queste dicerie. Di fatto, il suo trentennale curriculum ha mostrato agli scettici, sia la longevit à della sua poderosa struttura, sia la storia delle sue imprese, che non è stata scritta soltanto da “ rimorchi e assistenze” , ma anche da salvataggi, disincagli e operazioni umanitarie.

Il Vortice era dotato di una strumentazione nautica di primissimo piano e la sua stazione radio era più potente di quell'installata sulle T/n Michelangelo e Raffaello. Seimila cavalli di razza erano distribuiti su due motori efficientissimi che, purtroppo, scaricavano la loro potenza verso un solo asse porta-elica, insomma, come una nave qualsiasi. Aveva una proverbiale elica da tiro, disegnata da grandi pale con un passo relativamente piccolo, che gli consentiva lo sfruttamento integrale della sua forza motrice.

Il Vortice sfruttava un eccellente tiro al dinamometro (65 tonnellate) ed aveva in dotazione un verricello eccezionale ( troller ) sul quale era avvolto (in spire) un cavo (56 m/m di diametro) di 1100 metri di lunghezza. Il Vortice aveva una limitazione tecnica che faceva impazzire i suoi manovratori: la scarsa manovrabilit à , tipica dei rimorchiatori di quella generazione.

Spaziosi e comodi erano i suoi locali interni e mostrava di s é un'elegante linea longitudinale che lo rendeva molto simile ad un lussuoso panfilo dei nostri giorni, tuttavia, visto da un'altra prospettiva, la prora appariva chiaramente schiacciata e poco affilata, mancava di slancio e nell'impatto con l'onda di prua, sbatteva fragorosamente anzich é sollevarsi sull'onda.

Questa “ingenuit à ” costruttiva rappresentava un vero problema nel dover mantenere la rotta stabilita con mare grosso di prua. Il Vortice , inoltre, con un solo motore al minimo dei giri, esprimeva una velocit à troppo alta: sei nodi. Chi sa di queste cose, avr à intuito che il mastino non era fatto n é per cavalcare l'onda, n é per stare alla cappa. L'unica soluzione, per navigare in sicurezza con il mare di prora, era quella di avanzare bordeggiando, con la prora ammasconata . La navigazione veniva cos ì allungata da percorsi a zig-zag.

Anche gli avviamenti del motore erano molto lenti (30”), e le inversioni di marcia, superiori al minuto primo, erano ancora pi ù stressanti. La manovra era quindi penalizzata ed i manovratori dovevano quindi conoscere bene il rimorchiatore per poterlo anticipare nelle sue reazioni.

In quegli anni, caratterizzati da forti espansioni commerciali ed economiche, tutte le attivit à connesse allo shipping internazionale decollarono ovunque. La tecnologia ebbe un rapido impulso, e quando il Vortice entr ò in linea, nuovi rimorchiatori nord europei erano gi à stati concepiti e disegnati con due assi, due eliche intubate ( KORT ), e per le unit à superiori ai 100 metri di lunghezza era previsto il Bow thruster (elica di manovra prodiera). Questi grandi scafi risposero, con i doppi sistemi propulsivi, all'attesa domanda di sicurezza contro le sempre presenti avarie e, fatto tecnico notevole, i comandi propulsivi passarono sui ponti di comando direttamente nelle mani dei capitani che ottennero la tanta richiesta rapidit à di manovra per affrontare, nei tempi giusti, le molteplici situazioni d'emergenza, che si prospettavano sia in porto che in mare aperto ed in qualsiasi condizione meteorologica.

La storia del Vortice è stata scritta sul mare da tanti equipaggi. Su tutti loro è rimasto impresso un sigillo indelebile, corredato di una “certificazione” che è stata rilasciata dalla più esclusiva Università Marinara di Genova.

– Facoltà : Rimorchi d'Altura –

Il diploma di laurea però è impresentabile, perché è impregnato di sudore, è sporco del grasso di molte redance e maniglioni, è unto dall'olio del troller ed è schiacciato da pesanti catene.

Il Socio D.M. Adriano Amato di Camogli. Un uomo del Dragun/The Member, Chief Engineer A.Amato, from Camogli

Questo mastino genovese, ad oltre quaranta anni dal suo varo, rivive ancora nel cuore di un club immaginario, dove gli uomini lo ricordano come una “leggenda” che, ne siamo certi, un giorno ci sar à raccontata per intero.

Carlo Gatti