SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI |
Radiocucina |
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Prima delle sette ero solitamente desto senza essere chiamato dal giovanotto di coperta incaricato della sveglia alla seconda guardia ed i giornalieri. Un salto dalla cuccetta, un sommario rassetto, non sempre la rasatura…ma oggi siamo in arrivo a Cartagena e un po' d'ordine non guasta. Perbacco, ci sono delle convenienze da rispettare! Il rimorchiatore Ciclone assiste una petroliera/The tugboat Ciclone alongside a tanker Sono uno dei primi a scendere in saletta per la colazione in attesa del Primo di Macchina che fra poco salirà a prendere il caffè con me e scambiare due chiacchiere sul da farsi. Dalla tazza sale il buon odore del caffelatte caldo e mi piace assaporarlo con il naso prima che con la gola. Sono d'accordo con chi ha sostenuto che le sensazioni olfattive evocano sentimenti forti superiori agli altri sensi…i profumi stimolano con forza i siti della memoria, persone ed eventi anche lontani prepotentemente vengono in superficie riproponendo emozioni forti, talvolta al limite della commozione. Qualcuno sostiene persino che la perdita dell'olfatto-o dell'udito- provoca scompensi neurologici maggiori che la perdita della vista. Lo confermerebbe la quieta rassegnazione del non vedente rispetto all'astio del non udente (e noi di macchina siamo su questa strada). ….mille mattine diverse in Navigazione nei momenti piu diversi… il ritmo rassicurante del motore in moto…la tranquilla colazione col cappuccino al bar…. lo scodellamento della mamma prima della corsa verso la scuola, sempre in ritardo… Entra il garzone con i bricchi pieni. < Capo, lo sa che dopo Cartagena andiamo a Setubal ?> <No,non lo so, ma chi lo ha detto ?> <L'ho sentito in cucina> <Faccio colazione e vado sul Ponte, lo chiedo al Comandante> Arriva il Primo Macchinista . <Buon giorno, Silvan, hai sentito, pare che andiamo Setubal ?> <Buongiorno Gian, come lo sai?> <Il motorista è andato stamani presto in cucina a prendere lo zucchero e qui ne parlavano>. La solita radiocucina. Sembra che in cucina, fra una rimestata e l'altra, non abbiano altra preoccupazione che inventarsi chiacchiere. Un po' come le classiche “ciattelle da troeggi” lavandaie chiacchierone ai truogoli dove insieme ai panni si rimestavano tutte le maldicenze del vicinato. Il rimorchiatore Ciclone in mare agitato /The tugboat Ciclone in heavy seas Intanto la Barca pigramente si anima…nei caruggetti prendono forma i movimenti della gente che si appresta al lavoro ed al cambio della guardia… esco dalla saletta il tempo di afferrare <In Portugallu fan un baccalà c'u l'è a fin du mundu>. Sul Ponte c'è una quiete distensiva favorita da un mare calmo che piu' non potrebbe essere, il rimorchio, docile di poppa, ci segue come una sposina. La Costa Brava si staglia a dritta in rapido avvicinamento Un viaggio da Guinness per velocità e tranquillità; il terzo consecutivo dal Pireo ha affinato uomini e mezzi: un filo di timone al rimorchio hanno consentito un migliore disposizione senza compromettere l'andatura, abbiamo persino ridotto la lunghezza del cavo e questo significa maggiore velocità. Quasi sette nodi e mezzo di media sono una bella corsa ed il ”Ciclone” dimostra tutta la sua bravura. <Buongiorno Charly, novità? Sento certe voci ne sai niente?> <Sentiamo Gino se ha preso niente stanotte, fra poco è qui per il caffè. Sono le solite “ciattellate da troeggi” . Piuttosto, per mezzogiorno potremo essere al Pilota ma fra poco riduciamo un'anticchia cosi mangiamo con comodo e ci presentiamo alle due con il cavo ricuperato e pronti alla consegna>. Il Marconi si affaccia dopo poco, prende il caffe e conferma che fino a mezzanotte non eravamo in lista da Roma. <Senti Gino, chiama l'Agenzia e fissa il Pilota per le due, e avverti anche Genova che siamo in arrivo per quell'ora>. Usciamo sull'aletta di dritta a goderci la brezza a prora, fra poco farà un caldo cane come è giusto sia qui di Luglio. Il mare, come l'olio, stenta ad aprirsi senza baffo alla prora del Ciclone e dietro si richiude pigramente quasi senza scia. <Silvan, sabato mattina siamo a Genova. Domenica c'è il compleanno di mio figlio vieni a Rapallo per la festicciola se non hai di meglio> <Non ho di meglio, Charly, ma dimmelo che vuoi un regalino per John>. In silenzio ci immergiamo ciascuno nei propri pensieri. Questi ultimi due mesi sono trascorsi bene come è raro passare per mare: non una avaria, mai una difficoltà. Ma non è stato sempre cosi: momenti difficili in quattro mesi ce ne sono stati ma sempre affrontati con lo spirito giusto che ci ha affratellato senza distinzione di grado e qualifica. Un buon imbarco. Certo il gruppo che si è formato è capace e affiatato.
Il rimorchiatore Ciclone in navigazione /The tugboat Ciclone under way A Genova si scioglierà fra franchigia e lavoro portuale e questo ci dispiace un po'. Se ne formerà un altro e ci sarà da ricostruirlo con l'impegno e l'esempio…come è sempre stato…e sempre ci è andata a buca. Dalla ciminiera il motore partecipa al mio fantasticare con un ritmo regolare e tranquillo: ogni qualvolta siamo prossimi all'arrivo sembra avvertire l'odore della stalla. Sarà una mia impressione un po' pagana ma a me pare proprio che giri meglio e che anche lui fantastichi su un po' di meritato riposo. E' stato un fedele compagno e mai ha tradito la nostra cura e la nostra amicizia. Appare Gino uscito dalla Stazione Radio. <Ragazzi da Cartagena si va a Sines a prendere un pontone per Venezia. Da Genova chiedono come stiamo a Bunker.> Queste ultime parole sono soffocate da una fragorosa risata che lascia Gino a bocca aperta e occhi spalancati. Radiocucina ha colpito ancora. Sines era un piccolo paese di pescatori in un modesta insenatura poco a sud di Setubal in Portogallo, patria di Vasco de Gama ricordato con un monumento. Mappa del porto di Sines/The map of Sines harbor Fui a Sines quando ancora era tale prima di diventare un grande terminale petrolifero artificiale costruito dalla Mantelli. Un'impresa ciclopica spesso contrastata dal Mare: si lavorava con l'occhio vigile pronti a rifugiare a Setubal uomini e mezzi. A quel tempo portammo a Sines le prime attrezzature di lavoro: pontoni, chiatte, barche di servizio, draghe e quant'altro. Il paese era una meraviglia alla sola vista. Un gruppetto di case bianche addossate alla collina con strade ordinate e linde che rievocano nell'immaginario il fado di Amalia Rodriguez. Sulla spiaggia e lungo il moletto una fila di barche in quieta attesa di uscire per la pesca. Case di Sines/Houses of Sines Resta ancora il vecchio centro mantenuto con lusitano ordine, ma al mio occhio nostalgico ha perso quella dolcezza toccante fatta di sapore antico e per quanto attorno era cornice. Il Porto è completamente cambiato ed irriconoscibile, l'abitato si è molto esteso sulla collina mantenendo un senso di ordine e pulizia. Il colpo d'occhio sulla baia dalla sommità della collina è pur sempre imponente con tutto l'Atlantico davanti…fino all'America. Capo San Vincenzo (Sud Ovest del Portogallo)/Cape Saint Vicente (SW Portugal) Ed a questo forse pensavano i grandi navigatori Portoghesi che per primi sfidarono l'ignoto cinque secoli or sono. CSDM Silvano Masini (1/2007) |