SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Le navi della Premier Cruises/The Premier Cruises ships

Quando si scrive un articolo sulle navi dove siamo stati imbarcati, rischiamo di ripetere vari argomenti ormai noti a tutti e la conseguente reazione del "navigatore" può essere quella d'una annoiata e frettolosa lettura. Questa volta invece, useremo le immagini, al posto di molte parole, come mezzo per ridestare certe emozioni per coloro che hanno lavorato, viaggiato o semplicemente sentito parlare di cinque indimenticate unità. Probabilmente il contenuto del seguente articolo strapperà qualche lacrima ad alcuni lettori, forse a testimoniare che certe navi, a differenza delle attuali, avevano effettivamente un'anima.

Queste unità erano splendide e molto note: l 'Oceanic e l' Atlantic della Home Lines, l'Eugenio C e il Federico C dell'allora Costa Armatori e il Festivale della Carnival. Come spesso succede nello shipping, le precedenti compagnie le cedettero, tra gli anni '80 e '90, alla appena nata Premier Cruises. Quest'azienda era poco nota al pubblico italiano, ma famosa nel mondo dello shipping per aver introdotto il concetto di "crociera formato famiglia" e pitturato innovativamente in rosso gli scafi delle sue unità. Citiamo la Premier Cruises, dove pochi ufficiali italiani lavorarono, poichè questa compagnia fu testimone delle vicende comuni in un certo periodo dell'esistenza delle cinque navi che ci interessano e dare così un'idea delle frequenti trasformazioni nel mondo dello shipping.

Uno dei loghi della Premier Cruises/One of the Premier Cruises' logos

Le foto delle unità in argomento sono state gentilmente concesse in via eccezionale alla nostra Società da: Peter Knego & Martin Cox di Maritime Matters (© P.K./M.C.= www.maritimematters.com ) e da Ian Boyle di Simplon Postcards (© I.B. = www.simplonpc.co.uk) / The images of this article have been kindly and exceptionally allowed to be published by Peter Knego & Martin Cox of Maritime Matters (© P.K./M.C.= www.maritimematters.com ) and by Ian Boyle of Simplon Postcards (© I.B. = www.simplonpc.co.uk).


Le vicende commerciali della Premier Cruises

Negli anni '80, dietro la scia innovativa e vincente della Carnival Cruise Lines, si allinearono varie compagnie di navigazione americane. Una di loro era la Premier Cruises che fu avviata agli affari nel 1983, principalmente dalla famosa e gigantesca Greyhound Bus Company, il vettore più importante negli USA del trasporto passeggeri su gomma.

L'Oceanic e la Federico C. nelle vesti di Starship Oceanic e Starship Royale in una immagine dei primi anni '90 della Premier Cruises/The Oceanic and the Federico C, renamed Starship Oceanic and Starship Royale in a picture of the beginning of 1990 (photo © I.B.)

La prima nave della Premier fu la Starship Royale (ex Federico C) e successivamente entrarono nella flotta anche la Starships Oceanic (ex Oceanic), la Starship Atlantic (ex Atlantic) e, nel primo 2000, la Big Red Boat II (ex Eugenio C). Va specificato che negli anni di servizio della Premier, dal 1983 al 2000, altre navi si aggiunsero o furono cedute, tra queste: la Majestic, la OceanBreeze, la Seawind Crown, la Rembrandt.

Altra immagine delle ex Oceanic e Federico C a Nassau, Bahamas/Another image of the ex-Oceanic and Federico C at Nassau, Bahamas ( photo © I.B.)

La società americana, inoltre s'avvalse del sostegno della Walt Disney World per offrire ai passeggeri le crociere "formato famiglia", specie per bambini. Ovviamente gli interni delle navi furono modificati in maniera adeguata e gli scafi, in modo innovativo, vennero pitturati in rosso. L'itinerario prevedeva solitamente la partenza da Port Canaveral in Florida con destinazione le Bahamas e ritorno.

Nel 1995 però, la Disney recise il contratto con Premier e quest'ultima, di conseguenza, si fuse con altre due compagnie, la Dolphin Cruises e la Seacrown Cruises, che portarono nuove navi. Ci fu qualche anno di buon business, le unità, da Starships divennero Big Red Boats; poi furono dipinte di blu, fino al Settembre 2000, quando la strarompente concorrenza delle navi nuove indusse la Premier in bancarotta.

Dove e come finirono le altre navi della Premier?

Dopo la cessazione delle attività, la Big Red Boat IV (ex Rembrandt) fu acquistata dalla città di Rotterdam che la usa ancor oggi come Museo Storico; la Majestic fu rivenduta ed opera tuttora, la OceanBreeze fu venduta e poi demolita, la Seawind Crown fu demolita nel 2003.  

La storia delle nostre cinque unità prima della bancarotta (usate la barra di navigazione sotto ogni foto - all photos © I.B.)

La Federico C era stata ceduta da Costa Armatori a Premier nel 1983. Successivamente, viene ceduta alla Dolphin Cruises e chiamata SeaBreeze . Nel 1995 viene di nuovo acquisita da Premier (stesso nome) e gestita fino alla bancarotta del 2000/The various names of Federico C

Le modifiche dell'Oceanic. La nave era stata ceduta da Home Lines a Premier nel 1986 e gestita fino alla bancarotta del 2000/The various names of Oceanic
Le modifiche dell'Atlantic . Era stata ceduta da Home Lines a Premier nel 1988. Successivamente, nel 1996 viene ceduta alla MSC e chiamata Melody/The various names of Atlantic  
Le modifiche dell'Eugenio C. Era stata ceduta da Costa Armatori a Direct Cruises e chiamata Edinburgh Castle. Quindi nel 2000 viene ceduta a Premier, fino alla bancarotta/The various names of Eugenio C
Le modifiche del Festivale. La Transvaal Castle era stata ceduta da Union Castle a Carnival nel 1977 e chiamata Festivale. Nel 1986, viene ceduta alla Dolphin Cruises e chiamata IslandBreeze. Ceduta alla Premier nel 1996, fino alla bancarotta del 2000/The various names of Festivale

L'impatto emotivo: la tristezza della fine

Quelle cinque belle navi avevano ospitato, dagli anni '60 agli anni '80, gli equipaggi di altrettante grandi tradizioni italiane del settore crocieristico, l'Home Lines, l'allora Costa Armatori (nome precedente di Costa Crociere) e la nuova Carnival Cruise Lines. Molti di noi hanno perciò lavorato su di esse in Coperta, in Macchina e come Commissari. Quando eravamo a bordo, noi, diplomati del Nautico di Camogli, ci incontravamo spesso nei porti dei Caraibi quando le navi di quelle tre compagnie s'incontravano a Nassau o a San Juan di Portorico. Ogni occasione era buona per festeggiare e spettegolare sugli ultimi eventi di Camogli o su quello che succedeva nello shipping in quel periodo.

Ufficiali camoglini ai Caraibi negli anni '70. Da sinistra: Toni Rognoni, Giorgio Balestra, Mario Casari, Roberto Volpi, durante un incontro di navi Costa e Carnival/Officers from Camogli at Nassau, on the '70s

E' innegabile quindi che quando si osservano recentemente le immagini delle demolizioni e dello smembramento di una di loro, il cuore ci si stringe. Sono stati scritti libri che descrivono dettagliatamente la vita di bordo delle navi da crociera, ma niente dà l'impressione dell'immagine del massacro che subisce una gloriosa nave sulle spiagge delle demolizioni. Quell'impressione la prova solamente chi vi ha lavorato, chi ha avuto dei cari amici e guadagnato là sopra delle preziose esperienze formative. Già, il luogo comune della nave = donna, ma per tanti di noi era proprio così. Ce la sentivamo "viva e sotto di noi", a differenza delle navi attuali che, le seppur doverose regolamentazioni e tecnologie di ogni tipo, hanno reso gli equipaggi degli asettici operatori su delle asettiche unità.

Dalla falce dello "ship breaking" s'è salvato l'Oceanic (ancor oggi con la spagnola Pullmantur) e l' Atlantic (ora Melody, della MSC), che fanno ancora bella ed orgogliosa mostra anche nei nostri porti, quasi a dire: "non molliamo!" (vedi foto precedenti).

Le altre tre invece hanno dovuto navigare verso la rotta del tramonto, in maniera devastante. La IslandBreeze (ex Federico C), affondò a fine 2000 davanti alle coste della Virginia; la Big Red Boat II (ex Eugenio C) e la Big Red Boat III (ex Festivale) giacciono inermi sotto la devastazione delle fiamme ossidriche dei demolitori indiani, i loro arredamenti ed accessori sono stati sistemati sui banchi antistanti la spiaggia o mandati ai rivenditori del settore, pronti per essere inviate a qualche amatore di "ship antiques" o agli hotel dei dintorni.

Nella fine del 2000, la ex Federico C naufraga dinnanzi alle coste della Virgina/The total loss of ex Federico C in front of the Virginia coast, end of September 2000 (photo AP)

La ex Festivale ad Alang, India: le varie catenarie sono usate per mantenere la nave a riva durante le maree/The ex Festivale at Alang, India; fore chains are used to keep the ship close by the beach (photo © P.K. & M.C.)

L'Eugenio C quasi completamente smembrata delle sue strutture/The ex Eugenio C with her superstructures, almost demolished (photo © P.K. & M.C.)

Ci pare insostenibile immaginare i silenzi ed i clangori e la desolazione della demolizione in contrasto coll'effervescente 'ambiente delle crociere, della bella vita e dell'allegria e quindi cerchiamo di ignorare quello scempio. Sì, certo, adesso si dice che costruiscono nuove unità belle e moderne e che hanno tutte le più avanzate comodità e passatempi per gli ospiti, ma sfortunatamente, la moderna tecnologia le ha rese come gli aerei: senz'anima.

Com.te Bruno Malatesta (10/06)


When an article about the ships where our Members worked on is written , the risk of repeating such a matters is very high and boring as well. However, the following meaningful images are used instead of words to recall to those who worked, travelled or simply heard of, on these unforgettable vessels, some special emotions. In some cases, the content of this article will probably induce a few tears just to show that certain ships, different from the present ones, had a soul indeed.

These vessels were beautiful and famous: the Oceanic and the Atlantic of Home Lines; the Eugenio C and the Federico C of Costa Armatori and the Festivale of Carnival Cruise Lines.They were acquired between the years '80 - '90 by the just born Premier Cruises. This company was not so popular to the italian public, but it was famous indeed in the shipping business to have introduced the concept of "family cruise & vacation" and painted red the hull of its ships. The reason why we mention here Premier Cruises, is because this company "witnessed" the middle and mutual events of the subject five ships, where many Members of our Society worked on them before they were sold to Premier. Another reason is that we give here an idea of the frequent changes of business in the shipping industry.


The commercial events of Premier Cruises

In the 80s, various american shipping companies followed the new and winning wake of Carnival Cruise Lines. One of them was Premier Cruises, which started its business on 1983, mainly supported by the big Greyhound Bus Company.

The first ship of premier was the Starship Royale (ex Federico C) and after, the Starship Oceanic (ex Oceanic), the Starship Atlantic (ex Atlantic) and, on 2000, the Big Red Boat II (ex Eugenio C) were added to the fleet. During the business years of Premier, from 1983 until 2000, other vessels came and left that company, such as: the Majestic, the OceanBreeze, the Seawind Crown and the Rembrandt.

The american company, along with its partner, Disney World, offered to passengers the "family and cruise vacation" concept, specially for children. The interiors of the ships were properly re-designed and their hulls were painted in red. The cruises started from Port Canaveral, Florida and called some Bahamian destinations.

On 1995, Disney cut its contract with Premier. The company was then merged with other two companies, Dolphin Cruises and Seacrown Cruises, which added more ships to the new fleet. Then, there was a period of good business, the ships changed their names from Starships to Big Red Boats and they were painted in blue, but, on September 2000, due to the pitiless competition from the new ships, Premier called for bankruptcy.

Where did the other ships end?

After the business ended, the Big Red Boat IV (ex Rembrandt) was purchased by the community of Rotterdam, which, at the present time, uses it as an historical museum; the Majestic sails in the cruising itineraries, the OceanBreeze was sold for scrapping, the Seawind Crown was scrapped on 2003.  

The emotional impact : the sadness of the end

The crews of extraordinary maritime traditions worked on the five ships from the '60s until the '80s. These traditions were represented at that time mainly by Home Lines, Costa Armatori and the new Carnival Cruise Lines. A lot of us worked on them as officers in the Deck, Engine or Purser Departments. When we were on board, us, who were graduated from the Camogli Nautical School, met with each others in the Caribbean ports. Indeed, the ships of those three companies often called the same days the same destinations, such as Nassau or San Juan PR or Miami and each time we celebrated the occasion by talking about rumors from Camogli or the last news in the shipping world.

Therefore, it is undeniable that when we see the images of scrapping or dismantling one of them, our heart is shrinking badly. Many books about the cruise ships' life have been written at all times, but the emotion caused by the images of the slaughter suffered by a glorious ship on the indian beaches, has never been mentioned on their pages. Only who worked there can feel that sad impression or, the same, he or she who had friends and who had instructive experiences on those vessels. Yes, of course, the common said "ship = woman", but for a lot of us is just like that. We felt her "alive and below us", so much a different sensation from the present ships which, even with the dutiful required rules and regulations, made their crews became aseptic on an aseptic vessel.

The Oceanic (now with spanish Pullmantur) and the Atlantic (now Melody of MSC ) have been spared by the scrapping threat: it looks like they say: "we don't quit!". Unfortunately, the other three set their course towards the sunset.The IslandBreeze (ex Federico C), sank at the end of 2000 in front of the Virginia coasts; the Big Red Boat II (ex Eugenio C) and the Big Red Boat III (ex Festivale) are laid up under the devastating oxy-flames of the indian scrapers. Their furnishings have been placed on the beach banks or sent to the indian traders, ready to be sold to a "ship antiques" collector or to the hotels nearby.

It would be unbearable to compare the silence and the desolation of the demolition against the sparkling environment of the cruise ships, of their "bella vita" and happiness...therefore, we will try to forget their agony. Oh yes, new and technically advanced ships have been launched but unfortunately, the modern technology created them as jetplanes: with no soul.

Capt. Bruno Malatesta (10/06)