SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Nord Atlantico, inverno

(testo di un Socio)

.....Adesso si andava per 300° alla bussola, due miglia all'ora, tanto per tenere la prua al mare; stavamo, come si dice, alla trinca. Con questa andatura, il bastimento soffriva di meno, ma il beccheggiare era più violento, sì, da richiedere la costante presenza dell'ufficiale alla "farfalla", per evitare il precipitare della macchina ad ogni uscita dell'elica dall'acqua. Anche stando alla trinca, le ondate superavano spesso la parte prodiera, sommergendola.

Nei momenti in cui il beccheggio era più profondo, dalla plancia si vedevano montagne d'acqua alzarsi davanti alla nave. Poi la prora scendendo nell'avvallamento fra le colline equoree, dava l'impressione visiva che le onde venendo su di noi fossero alte come l'albero di trinchetto. La carena urtava con violenza contro il mare sussultando; il bastimeno si sollevava portato dal cavallone e metteva la prua verso le nubi e guardando verso poppa, pareva che il coronamento veniva inghiottito dall'acqua e la testa dell'albero maestro collimava con la linea dell'orizzonte.

Il Secondo sale sul ponte alle 11:50; arriva dieci minuti prima dell'orario. Gli chiedo la ragione di tanto zelo.

- Macchè zelo, quando è venuto il marinaio a chiamarmi stavo fumando; mi ha svegliato il mare battendo contro gli oblò del salone. Poco male perchè dormivo dalle 5. -

- S'è deciso a mettere alla trinca il Master? -

- Sì, Alle 6 ha diminuito i giri ed è venuto per 300° - gli rispondo.

- Non poteva far altro; non vedi che il mare è ancora aumentato? -

- Vedo, e c'è poco da illudersi; i bollettini prevedono il persistere della tempesta - aggiungo.

- Bene! Sono quattro giorni e quattro notti che questo cornuto di tempo ci rompe l'anima. Dì, te lo ricordi il mare calmo, il sereno, il Sole? Mentre il Secondo mi chiede di questo miraggio, guarda l'ira scatenata dell'Oceano e con il suo linguaggio preferito, prende ad inveire contro l'uragano. Adopera una collezione di parole da angiporto, da lupanare, da suburra, di una volgarità orripilante. Non si possono riferire ed è peccato perche si tratta di espressioni quanto mai pittoresche.

Parole, frasi, interi periodi di invettive sul mal tempo e al mare, detti in italiano, inglese, francese, spagnolo arabo, greco e nei vari dialetti della penisola. Un frasario nel quale si insiste sulla disonestà delle madri, dei padri invertiti, sui genitali dei fratelli e delle sorelle, sul posterior grembo, sullo sterco e così via.

Si calma come rassegnato, poi riprende:

- Guarda che schifo! Ma noi perche la facciamo questa vita? E pensare che da anni mi sono proposto di smetterla. Ti assicuto che la smetterò questa sporca vitaccia. Da tempo ho rinunciato ad avere ambizioni. Credimi, ho pensato di fermarmi; un piccolo impiego a terra, modesto, non impegnativo lo trovo. Se sapessi l'arte aprirei una botteguccia da falegname perchè mi piace l'odore del legno. Oppure qualche altro mestiere all'antica, che so, il doratore e...nessuno dovrebbe mai sapere della mia vita di prima.

Pensa: in passato avrei potuto fare l'impiegato in un banco Lotto, un antro sudicio in un vicolo di periferia. feci male a non accettare: la mia vita avrebbe avuto un altro corso. Pensa come sarebbe stato bello! La mattina, dopo aver aperto la porta del banco, appese le tabelle con i numeri estratti e quelle con i terni e gli ambi consigliati per la settimana, mi sarei seduto ad aspettare i clienti! Oh, non sarebbe stato difficile per me imparare a memoria la smorfia. Dopo qualche tempo, superato quel pò di noviziato, senza consulatre il libro sgualcito, avrei dato a chi me li chiedeva, i numeri da giocare in base ai sogni fatti. Alla vecchietta che mi avesse detto d'aver sognato un gruppo di cavalli morelli al galoppo in una landa, avrei risposto: "Non c'è dubbio, cavalli fa 80; gruppo al galoppo, 88; landa sconfinata, 30. Li giochi a tutte le ruote signora Amalia; io le consiglio di mettere due parti all'ambo e l'altra al terno".

-

Certo, che al pensionato che mi avesse chiesto: "Signor Alberto, ho sognato una nave in mare e tanti marinai vestiti di bianco: che numeri devo giocare?" Pur salvando, a fatica, la forma, non avrei potuto che rispondere: "Cavaliere, il mare e i marinai fanno 9, lo stesso numero della merda!"

Il Secondo continuava: "Comunque mi sarei fatta una mia clientela personale e la padrona del banco, soddisfatta per l'aumento degli incassi, non avrebbe lesinato le gratifiche. Col tempo avrei conosciuto qualche brava donna e forse mi sarei sposato con una sarta onesta di quel povero quartiere periferico".

Restammo entrambi tenuti in un silenzio imbarazzante. Dissi: "Alberto, se tu avessi seguita quella strada, non avresti conosciuto le tante Peggy, Lilly e Consuelo che ti hanno allietata la vita. Non avresti ballato con loro il flamenco nei piccoli porti della Spagna, il tip-tap nelle taverne della Scozia, il fox-trot a New Orleans. Non avresti veduto le battaglie dei galli a Las Palmas, nè assistito alle corride a Barcellona. Mai avresti incontrato i balenieri al Sud di Puerto Gallego, gli Indios del Brasile, i pescatori dei banchi di Terranova. E come avresti, altrimenti, potuto imparare le parole da trivio che in tante lingue e dialetti, hai appreso nei porti dove ti ha portato la tua vita di uomo di mare?"

- Anche questo è vero - rispose - ma meritava la pena? -

Con corsa improvvisa, dovuta all'alzarsi della poppa per la beccheggiata, arriva il Telegrafista: riesce a fermarsi puntando le braccia contro il fasciame del ponte. Ha il viso alterato, esclama: - Ci sono due piroscafi in pericolo, chiedono soccorso! -

Prendo il foglio che mi porge, con le coordinate trasmesse, fisso sulla carta le loro posizioni. Il "Maria Rosa" ha il timone in avaria, si trova 30 miglia a Nord-Ovest da noi. L'inglese "Bridgeport" è fermo per guasto in macchina, 40 miglia a Nord. Dico al telegrafista che mi sta guardando: - Ritorni in ascolto! -. Chiedo al Secondo curvo sulla carta: - Che ne pensi? -

- Speriamo che se la cavino, che cosa possiamo fare noi? E' già tanto se stiamo a galla. Ora avviso il Comandante! -

Il Secondo va dietro il tendaletto, io scendo.

Il Comandante, sveglio nel suo piccolo letto, lascia cadere il libro che stava leggendo e ascolta: - Poveri cristi! Ora sono traversati al mare, stanno passando i guai! Nulla posiamo fare per loro. Qualcuno più a nord scenderà per soccorerli. Ordini al Marconista di restare in ascolto! -

Risalgo in plancia.

- Che ne pensa il Comandante? - chiede il Secondo.

- E' del nostro parere. -

Ed ecco il Telegrafista ritornare con notizie recenti. Dice: - Due vapori dirigono verso le navi in pericolo. Anche il "Biancamano" farà rotta su di loro. Mi dà il messaggio, segno sulla carta la posizione dei soccorritori: un norvegese, 12 miglia a Nord-Est del "Bridgeport" e l'olandese "Hookmaes" 20 miglia a Nord-Ovest del "Maria Rosa". Il "Conte Biancamano" naviga molto a Nord, diretto a ponente.

Scendo e riferisco al Comandante che resta in silenzio a riflettere e poi commenta: - Per l'olandese è facile virare in poppa e portarsi sul "Maria Rosa", tra un paio d'ore lo potrà assistere. Non altrettanto per il norvegese il quale, per raggiungere il "Bridgeport", dovrà navigare con questo amre dannato al traverso. Il Signore li aiuti. Il "Biancamano" è troppo distante.-

Quando ritorno sul ponte, trovo il Secondo con una tazza di caffè alle labbra, smette di sorseggiare e mi chiede: - Beh, che ha risposto l'oracolo? -

- Più o meno del nostro avviso. Dice che il "Maria Rosa" verrà assistito facilmente, non così il "Bridgeport"...

- Io non sono superstizioso - disse - ma ogni volta che qualcuno di noi fa il suo primo viaggio in Atlantico, deve pagare lo scotto, il guaio è che fa gettare l'anima agli altri. Quando è imbarcato il Telegrafista, mi son detto: vedrai che traversata da cani! -

- Lascia perdere - aggiunsi - il primo viaggio in Oceano tutti l'abbiamo compiuto -

-Il Secondo: - Ho visto che hai tracciato sulla carta una Zona di Sicurezza...-

- Sono cinque giorni che navighiamo col punto stimato, come la mettiamo? Miglia più miglia meno, siamo dentro il quadrato, mare intorno ne abbiamo, c'è tempo per rettificare la posizione - commentai.

- Ieri sera - disse il Secondo - durante l'ora di cena, sono saltati dei chiodi in corridoio, sembravano colpi di pistola! -

- Che saltino in corridoio, pazienza! - dissi - pompiamo sempre in sentina senza trovarvi acqua, dunque carena e coperta sono in ordine! -

- Lo sai che è fetente il Maestrale! Quando la finirà di romperci il.....? - chiese ironicamente il Secondo.

- Che ne so? D'altronde, teniamocelo. E se dovesse saltare a Libeccio, girando a rovescio, che succederebbe? - pensai a voce alta.

E finalmente la raffica cessò. Poi riprese travolgente, ancora più forte di prima. E il Comandante stava ad ascoltarla e con il muovere del capo, l'accompagnava e seguiva nel suo furibondo passare. Si spense. Ci fu intorno un vuoto d'angoscia. Allra, il Comandante mi fissò. Si distese lentamente sul divano, pose le mani sulla gamba e disse:

- E' fottuto! Quando tramonta la Luna, il vento cadrà! - Poi, rise.......