SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Missione a Suda/The Suda mission
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Il 20 maggio 1941 i barchini esplosivi comandati dall'eroe chiavarese T.V. Luigi Faggioni violano la base inglese di Suda, nell'isola di Creta, affondano l'incrociatore YORK e la petroliera PERICLES. In quella terribile tempesta che fu la seconda guerra mondiale, la piccola Liguria vantò alcuni primati:

- Un terzo del naviglio civile italiano, perduto nel conflitto, faceva parte del compartimento di Genova;
- Il più alto numero di Medaglie d'Oro al Valore Militare e di Marina: 20. 

Luigi Faggioni e sua moglie Delia/L.Faggioni with his wife, Delia

L'illusione di Mussolini di poter condurre una “guerra parallela” a quella dell'alleato tedesco ed ottenere pari dignità, durò lo spazio di cinque mesi. La resistenza inglese prima e l'attacco tedesco all'URSS poi, obbligarono invece Mussolini a cimentarsi in prove superiori alle sue forze. Il 1941 assunse così per l'Italia l'aspetto di una vera e propria via crucis.

Quando vennero iniziate le operazioni contro la Grecia, la flotta inglese del Mediterraneo utilizzò una base di notevole importanza strategica nella profonda baia di Suda situata nel versante occidentale di Creta. Da questa insenatura le unità britanniche minacciavano le nostre isole del Dodecanneso, impedendo il collegamento marittimo fra l'Italia e il possedimento, che costituiva il fronte più avanzato nel Mediterraneo orientale.

Mappa della missione di Suda/Map of the Suda mission

La marina italiana provvide a contrastare gli inglesi dislocando una flottiglia “incursori di superficie” con base a Lero. L'arma impiegata da questi uomini era il cosiddetto barchino esplosivo o M.T.M. largo m.1.90 – lungo m. 5.20, CV 2500 – Vel.32 nodi – 5 ore di autonomia e nella parte anteriore aveva un barilotto contenente 300 kg. di esplosivo. L'arma era pilotata da un solo uomo che, quando individuava il bersaglio, lo puntava con la prua del barchino e poi metteva il motore a tutta forza, bloccava il timone e subito si lanciava in mare. Furono questi barchini dunque, in numero di sei, i protagonisti dell'impresa di Suda. Li pilotavano l'allora t.v. Luigi Faggioni, il s.t.v. Angelo Cabrini, ed i sottufficiali A. De Vito, Tullio Tedeschi, Lino Beccati ed Emilio Barberi.

L'azione cominciò verso la mezzanotte del 25 marzo. I barchini ed i sei uomini che dovevano guidarli partirono dall'isola di Stampalia a bordo dei cacciatorpedinieri Crispi e Sella . Quando le due unità arrivarono a circa sei miglia dall'imboccatura della baia di Suda, gli M.T.M. furono calati in mare con i sei uomini ed abbandonati al loro destino. Proprio in quel punto, il giorno precedente, la nostra ricognizione aerea aveva segnalato la presenza di un incrociatore inglese di 10 mila tonnellate, di due cacciatorpediniere e di dodici piroscafi nemici.

Proprio su questa preda misero la prora i nostri “incursori”, con alla testa il capo squadriglia Faggioni. Soli in un braccio di mare lungo stretto controllato dal nemico, i sei eroi superarono tre ordini di ostruzioni, giungendo all'estremità della baia di Suda alle ore 4.45. Nel poco tempo che ebbe a disposizione, Faggioni scelse i bersagli più grossi e assegnò ai suoi uomini gli obiettivi da colpire: l'incrociatore York a Cabrini e Tedeschi, per sé e per Beccati riserbò il secondo attacco alla grossa unità in caso di fallimento del primo; De Vito e Barberi ebbero per bersagli i piroscafi ormeggiati sul fondo della baia.

L'incrociatore inglese York, sbandato dopo l'esplosione del "barchino" lanciato dagli incursori di L. Faggioni/The british cruiser York, listed, after the explosion of the floating bomb launched by the italian marines commanded by L. Faggioni

Sono le 05 in punto del 26 maggio 1941. L'incrociatore britannico dà segni di risveglio e Faggioni ordina il “via” all'operazione. Cabrini e Tedeschi dirigono verso il bersaglio. L'oscurità è profonda ed a circa duecento metri dallo York , i due incursori si fermano nell'attesa che sopravvenga un po' di luce. Alle 05.30, con tutto il gas aperto, i due barchini si lanciano. A circa ottanta metri dal bersaglio i due piloti bloccano i timoni e tolgono la sicura della carica, lasciandosi cadere in acqua. Prima che le vedette possano dare l'allarme, avevano scambiato i rumori dei M.T.M . per aerei, violente esplosioni avvampano contro il fianco della York , che sbanda a dritta e comincia a immergersi di poppa. Faggioni e Beccati si avvicinano ad una grossa petroliera (risultò poi essere la Pericles ). Contro di essa si lancia per primo Beccati cogliendola di poppa. Anche il capo squadriglia sta per lanciarsi contro la petroliera, quando dietro ad essa vede apparire un'unità da guerra mimetizzata. E' l'incrociatore Coventry che era affiancato alla Pericles per rifornirsi e che ora cerca la fuga sparando in ogni direzione.

La petroliera Pericles, colpita a centro nave, affonderà dopo pochi giorni sotto rimorchio/The tanker Pericles, critically hit, will sink after a few days

Faggioni punta immediatamente il suo mezzo contro la nave che sta acquistando velocità. Purtroppo il barchino è stato ideato per colpire bersagli fermi e quando viene lanciato si perde, esplodendo contro una banchina del porto. In seguito a questa audacissima azione la flotta inglese perse praticamente l'unico incrociatore con cannoni da 203 che allora possedeva in Mediterraneo. Quanto alla Pericles perse quasi tutto il suo prezioso carico e colò a picco durante il tentativo di rimorchio verso Alessandria d'Egitto.

Faggioni e i suoi compagni furono fatti prigionieri a Suda e trattati con ammirazione come tradizione della Marina britannica verso il nemico valoroso. L'ammiraglio Cunningham, comandante in capo della Mediterranean Fleet, narrando l'attacco scrisse: “ Mi ha sempre meravigliato quanto gli italiani siano bravi in questo tipo di attacchi individuali. Hanno certo uomini capaci delle più valorose imprese”.

I sei eroi di Suda, al loro ritorno in patria dalla prigionia, furono decorati con Medaglia d'Oro al Valore Militare.
Carlo Gatti
Si ringrazia il socio Com.te Nicola Boletto, cognato dell'Ammiraglio Luigi Faggioni, per averci fornito il materiale storico dell'avvenimento.


The 1941 Suda Bay naval base attack
By Carlo Gatti - V. Merlo translation

Mussolini's dream of staging a simultaneous war, together with the German allied and subsequently being able to share the spoils of victory, lasted only six months. The strong British resistance first, and the German attack on the USSR later, forced Mussolini to face a challenge much stronger than his own capability. The year 1941 become a real struggle for Italy.When the Germans begun the operations against Greece , the British fleet used a naval base of great strategic importance in the deep bay of Suda , on the western coast of Crete . From this base, the British warships were able to threaten the part of the Greek archipelago already under Italian control and stop all the traffic between Italy and these islands that were the most advanced front in the eastern Mediterranean.

The Italian Navy decided to neutralize this British menace by deploying a fleet of “special forces” of the “X a Mas” based in Leros. The weapon used by this group was the “barchino” (small boat) or “MTM” (Modified Tourist Motorboat) a 1.90 m wide, 5.20 m long power boat, powered by a 90HP Alfa Romeo 6C 2500, 6 cylinder engine with a speed of 32 knots and 3 to 5 hours range. A drum containing 300 kg of high explosive was housed in the bow. The “vessel” was manned by one man only who, once identified the target, pointed the “barchino” toward it, revved up the engine to full speed, at the last minute locked the rudder and jumped over board before the collision.
6 “barchini” formed the strike force that was to attack the Suda base. The pilots were: Lt Luigi Faggioni, Angelo Cabrini, the NCOs A. De Vito, Tullio Tedeschi, Lino Beccati and Emilio Barberi.
The action started the 25 th of March at 0000 hours. The MTMs and their crew left the island of Stampalia on board the destroyers Crispi and Sella. They sailed within six miles from the entrance of the bay were the boats were launched; the crew boarded their boats and were left to their destiny.

The previous day, the Italian air force had reported the presence in the bay of a 10 thousand tons cruiser, two destroyers and twelve more enemy merchant ships.
The Italian attackers sailed toward these targets led by the group leader Faggioni. Alone, in a long and narrow stretch of sea controlled by the enemy, the six raiders managed to negotiate three separate lines of obstructions and reached the entrance of the Suda bay at 0445 hours. Running out of time, Faggioni chose the biggest targets and assigned them to his men. Cabrini and Tedeschi would attack the cruiser York. Beccati and himself would be the back up for a second strike to such a big warship in the case the first attack would fail. De Vito and Barberi headed for the merchant ships deep inside the bay.

0500 hours of the 26 th of May 1941 . The British cruiser starts showing signs of activity so Faggioni gives the go ahead signal starting the attack. It is a very dark night. Cabrini and Tedeschi head for the target and once reached within 200 metres from the York they stop and wait for some daylight. 0530 hours. The two barchini launch themselves ahead full throttle. At eighty metres from the ship the two pilots lock the rudders remove the safety devices from the charge and jump in the water. Before the sentries were able to raise the alarm, mistaking the noise of the barchini's engines for airplanes, violent explosions blast the side of the York. The war ship lists to starboard and starts sinking stern first.
Faggioni and Beccati approach a large tanker (it turned out to be the Pericles). Beccati attacks hitting her stern. Faggioni heads for the same target but discovers a second warship, completely camouflaged just behind the Pericles. It is the cruiser Coventry that was refuelling from the tanker and now is trying to escape while firing his guns in every direction. Faggioni points his boat toward the fleeing warship. Unfortunately the barchino that was designed to be used against stationary objects this time misses the target and explodes against the wharf.

Because of this attack, the British fleet lost the only cruiser with 203” guns in the Mediterranean Sea at that time. The Pericles lost most of her valuable cargo and sunk while being towed towards the Egyptian port of Alexandria. Faggioni and all his men survived and were taken prisoner in Suda. They were treated with respect by their captors in the best tradition of the British Navy towards a gallant enemy. Admiral Cunningham, chief of the Mediterranean Fleet recalled the attack saying: “I always marvel how the Italians excel in these kinds of individual deeds. They certainly have men capable of the most heroic actions”. When the six “heroes of Suda” returned home from prison camp at the end of war, they were awarded the Italian highest decoration, the “Gold medal for military valour”.

We would like to thank the Capt. Nicola Boletto, brother in law of the Admiral Luigi Faggioni for the historical material supplied for this article .


“BARCHINI” TECHNICAL DETAILS
Text and photos by V. Merlo
On the left and below (photo V. Merlo) one of the only five surviving “Barchini”. This one is now housed in the Museum of Science and Technology in Milan.

The lever hinged on the bow would be rotated and lowered in a vertical position at the moment of the attack and rest on the stop that can be seen above the towing ring. Upon contact with the target, the arm would “trigger” a number of small explosive charges that would split the hull of the boat in half. This would allow the main explosive drum to sink and detonate at a pre-determined depth causing maximum damage.
The controls were very basic as it can be seen at the side picture. The outboard rudder/propeller foot with two counter rotating propellers could be lifted for negotiating defensive obstructions. The black hole housed the engine exhaust. According to some sources it could be fitted with “mufflers” to reduce the engine noise during the stealth approach and removed for the final attack run. The back rest is missing from the picture at the side but can be seen in the above picture (the two squares below the boat). They were hinged, folded back to back and mounted on the stern of the pilot cabin. At the moment of bailing out, they were ejected, opened and used as a raft by the pilot.
Despite the highly dangerous aspect of this type of operation, none of the barchini pilots perished during the war. The only other successful use of the barchini was in April 1945 when they inflicted heavy damage on the French destroyer Trombe.
After the war it is alleged that some barchini were sold to Israel and at least one Egyptian warship was sunk during a successful attack.

The slideshow pictures, courtesy of “Italeri spa” manufacturer of the model kit, show the barchino during trials - The pilot leaving the boat and using the backseat as raft - The 300kg explosive charge - The barchino MTM 98 in Sesto Calende in 1944 - the “Palmola” the frame on the bow.

More on the fate of the HMS York. The motorboats, each packed with 300-kg (667 lb) charges in the bows impacted her amidships, flooding both boiler rooms and one engine room, and causing her to settle on the bottom in shallow water. Two men of her complement were killed in action.

The British submarine HMS Rover was dispatched from Alexandria to supply electrical power, but on April the 24 the submarine was severely damaged by an air attack and the decision was taken to abandon any attempt at salvage. York was wrecked by demolition charges on 22 May 1941. Some of her armament was removed and installed around Crete to defend the island. After the war, York 's hull was towed to Bari and broken up in 1952.

Acknowledgments:
The author would like to thank the “Societa’ Capitani e Macchinisti navali di Camogli”, Carlo Gatti, Italeri Spa for allowing to access and reproduce the material used for this article.