SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Un peso e due misure
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I giornali hanno molto scritto in merito al processo per la morte degli operai nell'acciaieria Tyssen di Torino; oltre alla condanna (che spero sia esemplare) le famiglie hanno avuto un risarcimento di 2 milioni di euro. La vita di un uomo non ha prezzo, ma se non altro oltre la disgrazia ed il dolore, i familiari non saranno costretti ad elemosinare un pezzo di pane ed i figli avranno la possibilità di studiare e prepararsi alla vita senza preoccupazioni finanziarie.

Non poteva non farmi ricordare, questo fatto, la mia brutta esperienza di 38 anni fa, quando, imbarcato come 2°macchinista sulla m/c Punta Ala, al pontile di Augusta, mentre terminavamo un carico di 5 mila tonnellate di vergin nafta, benzina super e benzina avion, la m/c. Messene in manovra investì il pontile causando un incendio immane dove entrambe le navi andarono perdute ed insieme cinque marittimi di cui due ragazzi diplomandi nautici di 18 anni ed un operaio del pontile.
Sono un uomo di poca memoria, eppure di allora ricordo tutto nei minimi particolari: il nuoto affannoso e disperato verso l’agognata salvezza, i pompieri che atterriti ed impotenti guardavano il consumarsi della tragedia (nessuno che potesse venire in nostro soccorso), le navi che mollavano gli ormeggi e in pochi minuti la rada fu deserta.
Erano le 15:55, stavo per terminare il mio turno di guardia, coadiuvato dal 1° Macchinista e dal Nostromo, stavo scendendo nel locale pompe per un controllo, avevo la maschera con la manichetta dell'aria, c'era un poco di gas, il Nostromo dopo un poco mi chiamò ben due volte, quando salii vidi solo rosso, in acqua c'erano uomini che nuotavano, mi gettai anch'io.

Due drammatiche immagini dell'incendio della M/C Punta Ala nel 1971 (foto archivio I.Rossi)


Il mare in fiamme ci inseguiva, era tremendo, mi è difficile con parole mie descrivere, il povero nostromo con cui durante la pausa avevamo parlato della sua prossima pensione fu trovato avvinghiato agli ormeggi della Esso Gotemburg, che fuggendo li aveva filati in mare, io mi salvai lui non ebbe scampo.
Come non posso fare il paragone tra quei morti e quelli attuali? L'inchiesta (se così si può chiamare) fatta in maniera abbastanza discutibile: le famiglie dei marittimi abbandonate a loro stesse. La moglie dell'Elettricista che andai a trovare dopo un mese, oltre il telegramma del Presidente della Repubblica, non aveva avuto alcun aiuto.
I familiari del Nostromo stavano a Livorno, andai a cercarli, non li trovai.

Smisi di navigare, lavoravo in una centrale termica, ma come un naufragio mi getto sulla terra, dopo un anno un altro naufragio affettivo mi riportò sul mare...
La vita continua! Noi marittimi dopo lo sbarco difficilmente riusciamo a mantenere i contatti, ognuno torna alle proprie città di residenza e il più delle volte difficilmente ci rincontriamo (infatti non ho più navigato un membro dell’equipaggio della Punta Ala).
Gli anni si accavallano uno dietro l'altro, ma quella tragedia è impressa col fuoco nel mio intimo come l'incendio che uccise quei poveri uomini (ironia) bruciati nell'acqua.


Questi sono pensieri che durante i vari imbarchi ho trascritto sulla carta:

Nostromo

Due volte
mi chiamasti
ed io salii.
L'inferno
ebbi davanti
Mi gettai nell'acqua
verso la vita
dietro di me
la morte
ironia
con le sue fiamme
correva sul mare.
La tua voce
mi salvò
seppi di te
che salvo
non fosti.
Nostromo
ti devo la vita
ed io
non ricordo
neppure
il tuo nome.

Povera madre

Ci accusasti
di non averli salvati,
noi che dall'inferno
eravamo scampati,
cosa ti si poteva dire
“povera madre”.
Abbassammo gli occhi,
non ti rispondemmo.

M/n Jolly verde -Oceano Atlantico - 20.4.1077
Naufragio M/c Punta Ala - Augusta 4.8.1971

 

 

L’incendio

Là c'è la vita,
sforzati, sforzati,
nuota veloce
raggiungi la vita.
Il corpo non risponde.
Perché non sono davanti
dove nuotano gli altri,
loro si salvano.
Quando quella testa
dietro di me,
quando quella
sarà avvolta dalle fiamme,
un attimo
sarà la fine.
Non è possibile
è un sogno.
Padre, padre
salvami.
Aiuto, aiuto,
solo, nessuno osa;
sento che morirò,
che non amerò più,
nuota, nuota,
raggiungi la vita.
Il sole è oscurato,
la barriera di fiamme
veloce corre sull’acqua,
esplosioni nell'aria,
ora saltano le caldaie;
è finita, è finita,
28 anni ed é finita.
Raggiungo nudo
la terra,
soccorritori
attoniti, impotenti
guardano l'immane tragedia.

M/n Jolly verde Atlantico 5.9.1977
naufragio M/c. Punta Ala 4.8.1971

CDM Idamo Rossi - Viareggio (5/2009)