Il titolo richiama quell’espressione che si legge o si sente quando accade inaspettatamente qualcosa di spiacevole a qualcuno. Di solito, viene utilizzata per sottolineare che quella persona è stata particolarmente sfortunata a trovarsi in quel luogo e in quel momento. E quella persona potrebbe trovarsi vicino a un incidente o coinvolta in un disordine, pur non avendo nulla a che fare con l’evento, ma subendone comunque le conseguenze avverse.
Si può dunque affermare che il nostro titolo mette in risalto l’elemento della sfortuna e della casualità. La vita quotidiana è piena di notizie drammatiche e, talvolta, questi eventi si verificano – secondo alcuni – proprio nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma è davvero così?
Dipinto ex voto conservato al Civico Museo Marinaro “G.B. Ferrari”
Nella tradizione marinara camogliese, molti sono stati gli eventi tragici che hanno segnato la nostra cultura; basta pensare alle perdite dei velieri camogliesi del passato. La domanda è: “Una nave che nel 1880 si trovava in navigazione nei pressi della Florida, durante la stagione degli uragani e senza radio, se veniva investita da una tempesta e affondava, si trovava davvero nel posto sbagliato al momento sbagliato?”
Dipinto ex voto conservato al Santuario di N.S. del Boschetto
di Camogli
Anni fa, per evitare ulteriori e improbabili accertamenti, ma anche per le ovvie limitazioni tecnologiche, l’elemento della sfortuna e della casualità predominava, e le responsabilità umane venivano di conseguenza sminuite. Insomma, ci chiediamo oggi: i capitani di quei velieri, quando venivano investiti da un uragano, ne erano completamente sorpresi oppure se lo aspettavano, ossia avevano una “consapevolezza del rischio”? La casa rifugio di Gilbert’s Bar in Florida, dove naufragò il veliero camogliese “Georges Valentine”
Gli uragani che devastavano quelle acque iniziarono ad essere documentati e riportati già all’inizio dell’Ottocento, prima tramite posta, poi via telegrafo e infine, dopo un secolo, con l’arrivo delle onde radio, il servizio divenne più rapido e accurato. I capitani dell’epoca eroica della vela erano ovviamente informati del pericolo degli uragani in America, specialmente nel periodo da giugno a ottobre. Quindi, se lo aspettavano e, inevitabilmente, correvano il rischio. La conoscenza del pericolo c’era, ma si rischiava ugualmente poiché i traffici commerciali di allora erano soggetti alle leggi e agli avvenimenti di oltre due secoli fa.
Un grafico approssimato che descrive il principio di questo articolo. Se il rischio (in rosso) non esiste, la nave partita dal porto si troverà nel posto giusto al momento giusto (F); lo stesso succede se si ignora il percorso del rischio, cioè non si ha la sua percezione. Se si sa come si muove il rischio, allora si ha la sua percezione e si può variare il punto (da F a F’) agendo sulla propria direzione, spazio e velocità
Oggi, ha ancora senso parlare di “posto sbagliato al momento sbagliato”? Con la nostra mentalità, i concetti di sfortuna e casualità sono stati ridimensionati. In mare, la probabilità di incontrare un rischio è notevolmente ridotta grazie al progresso tecnologico e agli elevati standard di formazione degli equipaggi. Pertanto, l’apprendimento di fatti definiti “sfortunati” o “casuali” dovrebbe subito destare sospetti: sarebbe infatti più opportuno approfondire le cause e le circostanze che hanno condotto a quegli eventi tragici. Infatti, chi riporta certe notizie che, in un primo momento, sembrano prive di spiegazioni, può attribuirle alla malasorte o al destino, ma quando le indagini si fanno più approfondite, emergono spesso le effettive responsabilità di chi ha causato l’episodio tragico.
Infine, auspichiamo che, in un prossimo futuro, chiunque si trovi in una situazione spiacevole e inaspettata possa essere descritto come colui che si trovava invece “nel posto giusto, al momento giusto”, e che le effettive implicazioni di chi ha innescato quella situazione pericolosa vengano sempre accertate.=
Bruno Malatesta
(immagini archivio Capitani Camogli e da “Ex voto marinari del Santuario di N.S. del Boschetto di Camogli di Farida Simonetti)