Ufficio Relazioni Istituzionali Roma

Rivedi la nostra storia!

prua
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
libro
balsodi
110_5
110_4
110_3
110_2
110_1
previous arrow
next arrow

SEDE APERTA AL GIOVEDI’!

Scrivi ai Capitani!

I gadgets dei Capitani!

GUARDA I NOSTRI VIDEO

Entra in Paypal per rinnovare la quota sociale!

TROVACI SU FACEBOOK!

Leggi i racconti di TAGGIA!

Il miraggio dell’oro

I nostri PODCAST!!!

Bacino di carenaggio, clinica della nave

Un anziano capitano a riposo, quando i dolori si facevano più insistenti, diceva: “Eh sì, dopo tanti anni, sento gli acciacchi dei lisci e bussi di bordo: dovrei andare in bacino a fare un po’ di carena!”
Una battuta affettuosa, ma con dentro tutta la verità: il bacino non è solo una struttura, è il luogo dove la nave si fa corpo, dove torna vulnerabile, fragile, nuda. Dove si lascia aiutare. 

Lo scaletto del porto di Camogli verso il 1920
(tratta da Archivio Ferrari)

Il bacino di carenaggio è il posto in cui le navi si fermano, si spogliano della loro linea di galleggiamento e si curano. È qui che si nasce, che si guarisce e, a volte, è qui che si muore — non in una tempesta, ma col disarmo.
Chi ha vissuto il mare lo sa: le navi sono vive, hanno un passo, un suono, un odore. E infatti, tradizionalmente, molti le considerano una “lei” — una signora d’acciaio o di legno, elegante o trascurata, ma che ha comunque bisogno di tempo e di attenzioni.
Ed è di questi luoghi che vogliamo brevemente parlare, perché è ingiusto dimenticare ciò che rende le navi capaci di attraversare anche gli oceani più insidiosi senza riportare danni — né per sé stesse, né per chi le vive, né per il carico che trasportano o l’ambiente che le sostiene. Per secoli, le piccole imbarcazioni potevano inclinarsi in porto per ripulire lo scafo da una fiancata all’altra, oppure venivano tirate in secco sugli scali con argani, cime e — soprattutto — braccia. Ma quando diventarono grandi, pesanti, lunghe e armate, quelle soluzioni divennero inutili e pericolose. Lo scaletto del porto di Camogli verso i primi del 1900
(tratta da Archivio Ferrari)

Nacque allora il bacino: una conca di pietra o di legno, chiudibile e svuotabile, dove la nave poteva entrare galleggiando, appoggiarsi sul fondo e restare in posizione verticale. La carena, altrimenti invisibile, si offriva così agli occhi e alle mani di carpentieri, calafati, pittori e ispettori.
Si trattava di un sistema rivoluzionario: non più spostare la nave, ma spostare l’acqua. È bene ricordare che il bacino non nacque per la flotta mercantile, ma per quella militare: per ovvie ragioni, una nave da guerra dev’essere sempre pronta, sempre efficiente, sempre “in forma”. Lo stesso principio passò poi alle grandi flotte private. 

Illustrazione di uno dei primi bacini a vasca fissa

Il primo bacino di carenaggio fisso fu costruito nel 1495 in Inghilterra, sotto Enrico VII. Era una conca in pietra, chiusa da una grande porta di legno. Le navi vi entravano galleggiando; la porta veniva accostata e l’acqua drenata lentamente con pompe manuali. La pressione esterna del mare aiutava la tenuta della paratoia, che restava saldamente in posizione finché il fondo del bacino rimaneva senz’acqua. Quello era già tutto: un’infrastruttura, una visione tecnica, una cura per la flotta. Un luogo dove la nave veniva ispezionata, riparata, calafatata.

In Italia, dopo l’Unità, nel grande Arsenale Militare Marittimo della Spezia si costruirono bacini adatti a navi ibride — i pirovelieri — lunghi anche sessanta metri. Le pompe per svuotare le vasche erano azionate da motori a vapore, le cavità di scolo più profonde, le paratoie in legno e metallo. Il bacino diventava una struttura permanente, meccanizzata, ritmata: non più solo per riparare, ma anche per costruire.
È là che una nave poteva venire alla luce, montata pezzo dopo pezzo sul fondo asciutto della vasca, poi fatta galleggiare allagando il bacino stesso, come un lento parto tecnico. Oppure fatta scivolare in mare su uno scalo pendente, preciso e controllato.Grande nave da crociera in bacino (foto R. Broggi)

Oggi esistono numerosi siti dove si trovano alcuni dei bacini navali più grandi mai costruiti, capaci di accogliere navi da crociera lunghe oltre 350 metri. La porta del bacino è un vero monolite d’acciaio, i sistemi di pompaggio sono regolati da intelligenze artificiali, i tempi di allagamento e svuotamento calcolati al secondo.
In questi luoghi si assemblano moduli colossali, enormi tronconi di nave talvolta costruiti in cantieri remoti e trasportati via mare. Si riempiono ponti interi con chilometri di cavi in fibra, si saldano innumerevoli costole gigantesche con precisione chirurgica. La nave prende forma dentro una cattedrale industriale, dove ogni attività è regolata da misura, sorveglianza e controllo pressoché infallibile.Grande nave da crociera in bacino (foto R. Broggi)

I bacini odierni sono soggetti a rigide normative internazionali: ogni sostanza e dispositivo utilizzato nelle soste di manutenzione — vernici, lubrificanti, impianti — deve garantire sicurezza non solo per la nave, ma soprattutto per l’ambiente marino. Siamo, insomma, di fronte a cliniche ad alta specializzazione, dove anche il mare, idealmente e conseguentemente, viene protetto e curato.
In quelle vasche si celebrano anche i momenti simbolici della costruzione: la posa della prima ordinata, il rito delle monetine dentro la chiglia, i battesimi navali. Probabilmente, un bacino di carenaggio in piena attività rappresenta una delle più alte espressioni della capacità lavorativa e cooperativa dell’uomo.Lo scaletto del porto di Camogli verso il 1950
(tratta da Archivio Ferrari)

Infine, vale la pena riflettere su questo: anche in un ambiente ipertecnologico, le operazioni fondamentali sono rimaste però le stesse dal 1495. La nave entra galleggiando, si adagia sulle taccate, si lascia verificare. Poi — quando il bacino si allaga nuovamente — esce, accolta finalmente dal suo elemento naturale, proprio come una “lei” che ha terminato la sua dimora e torna al proprio destino.

Bruno Malatesta

(notizie tratte da Wikipedia).
Ascolta il primo podcast che parla della nostra tradizione e dei bacini di carenaggio!

Guarda gli slideshow!

CENTRO INTERNAZIONALE RADIO MEDICO

Meteomare Camogli


Meteo Camogli

Il giro intorno al mondo di Raffaele Broggi!

Abbigliamento, attrezzature e strumenti per la Nautica

Navigazione, Astronomia e Teoria della Nave col Prof. Carlo Mortola

I Capitani vanno a teatro!

GUARDA LA WEBCAM DI CAMOGLI!

VISITA IL SITO SUI FARI DI LILLA MARIOTTI!

Le tragiche vicende del “Veronica”

ESSERE GIUDICATI A BORDO!

Essere giudicati a bordo!
We use cookies to personalise content and ads, to provide social media features and to analyse our traffic. We also share information about your use of our site with our social media, advertising and analytics partners. View more
Cookies settings
Accept
Privacy & Cookie policy
Privacy & Cookies policy
Cookie name Active

Chi siamo

L’indirizzo del nostro sito web è: http://www.scmncamogli.com.

Media – Commenti

Se carichi immagini sul sito web, dovresti evitare di caricare immagini che includono i dati di posizione incorporati (EXIF GPS). I visitatori del sito web possono scaricare ed estrarre qualsiasi dato sulla posizione dalle immagini sul sito web. Il sito non registra nessun commento dai visitatori.

Cookie

Se visiti la pagina di login, verrà impostato un cookie temporaneo per determinare se il tuo browser accetta i cookie. Questo cookie non contiene dati personali e viene eliminato quando chiudi il browser.

Contenuto incorporato da altri siti web

Gli articoli su questo sito possono includere contenuti incorporati (ad esempio video, immagini, articoli, ecc.). I contenuti incorporati da altri siti web si comportano esattamente allo stesso modo come se il visitatore avesse visitato l’altro sito web.

Questi siti web possono raccogliere dati su di te, usare cookie, integrare ulteriori tracciamenti di terze parti e monitorare l’interazione con essi, incluso il tracciamento della tua interazione con il contenuto incorporato se hai un account e sei connesso a quei siti web.

Con chi condividiamo i tuoi dati

Il nostro sito web non condivide nessun dato personale.

Save settings
Cookies settings